giovedì 21 dicembre 2006

Paolo Scaroni - La parola d'ordine è infrastrutture

Le fonti alternative non sono efficaci. Il risparmio energetico non basta. La fame di gas è destinata a crescere nei prossimi anni. Per questo è necessario potenziare gli impianti esistenti. E realizzare in fretta nuovi rigassificatori. In attesa che la tecnologia metta a disposizione soluzioni più efficaci e meno dispendiose al problema dell’approvvigionamento energetico, meglio pensare a come sfruttare al meglio le fonti tradizionali, gas in testa, per far fronte ad un’emergenza già acuta e destinata ad aggravarsi nel prossimo futuro.
Domenico Dispenza, direttore generale della divisione Gas&Power spiega le strategie del gruppo che si muovono su due direttrici: una è quella dei rigassificatori, culminata con l’annuncio di Paolo Scaroni sull’imminente investimento di poco meno di un milione di euro nella costruzione di un impianto al largo delle coste adriatiche. Un’altra è quella dell’ampliamento delle infrastrutture preesistenti, o della realizzazione di reti nuove, grazie anche ad alleanze di respiro internazionale nelle quali Eni possa far valere le proprie competenze e le proprie tecnologie.
Non c’è soltanto la Gazprom con cui Paolo Scaroni ha firmato un accordo che Dispenza definisce “storico”. Si sta lavorando al potenziamento del sistema Transmed, che parte dall’Algeria e attraversando la Tunisia arriva in Italia a Mazara del Vallo; e a quello TAG ( Trans Austria Gasleitung), che trasporta gas russo passando per la Slovaccchia e l’Austria. Questi gasdotti entro il 2008 dovrebbero portare complessivamente 13 miliardi di metri cubi di gas nel nostro paese. Ma a parte tecnologie e infrastrutture, per il sistema dell’energia in Italia servono anche altri provvedimenti e altre cure. Sui temi del risparmio energetico, affrontati di petto dalla Finanziaria 2007, Dispenza si mostra favorevole.
Se si prosegue sulla strada dei piccoli-grandi accorgimenti per la riduzione dei consumi, l’offerta di energia cresce, e con una maggior disponibilità di materia prima, i prezzi calano sensibilmente.
(Panorama Economy - 21 dicembre 2006)