giovedì 29 gennaio 2009

Per Scaroni, due nuovi progetti nel Golfo del messico

Sono stati avviati da Eni due nuovi progetti di sviluppo nel golfo del Messico,
parte degli Stati Uniti, nella cosiddetta Greater Longhorn Area, il cui potenziale sembra essere, in termini di riserve e risorse esplorative, di circa 100 milioni di barili di olio equivalente. L’Eni è presente nell’America del nord con licenze di esplorazione sia nel golfo del Messico sia nell’Alaska.
I due nuovi progetti offrono all’Eni di Paolo Scaroni la possibilità di confermare la propria presenza nell’area del Mississipi Canyon. La piattaforma operata dal colosso a sei zampe,guidata da Scaroni diventerà infatti un Hub di petrolio e gas ai confini dello Shelf del Golfo del Messico

Eni: nuovo giacimento nel mare del Nord

In un comunicato stampa dell’ultima ora, l’Eni di Paolo Scaroni ha dichiarato di avere scoperto un importate giacimento a gas e condensato nel settore centrale del Mare del Nord britannico.

La scoperta di questo giacimento di idrocarburi, denominato Culzean costituisce per Paolo Scaroni un passo in avanti per consolidare la presenza di Eni in questo settore e soprattutto in situazioni esplorative che necessitano di competenza tecnologica e efficienza operativa a causa di elevata pressione e temperatura

mercoledì 28 gennaio 2009

Scaroni: il petrolio basterà ancora per più di 130anni

Mentre il mondo del petrolio rimane ancora preoccupato per la situazione anomala che si sta registrando sui mercati finanziari, ovvero il fatto che il prezzo del greggio non stia risalendo come previsto nonostante i tagli decisi dall’Opec, Paolo Scaroni seppur accigliato rimane come di consueto ottimista.
Secondo l’amministratore delegato di Eni, infatti, sommando le riserve attuali con quelle recuperabili convenzionali e non, è possibile contare su una fornitura continua per i prossimi 130 anni. Inoltre, Paolo Scaroni ha sottolineato come in queste stime non venga compreso il “significativo incremento del tasso di recupero che può essere ottenuto attraverso il progresso tecnologico”. Un altro fattore da considerare sono le aree del mondo ancora inesplorate: dal 1980“solo l’1% dell’esplorazione è stata realizzata nel Medio Oriente, dove si trovano quasi i 2/3 delle riserve mondiali.”
È comunque indubbia una situazione di crisi, secondo lo stesso Scaroni, anche nel settore petrolifero, soprattutto a fronte del fatto che tali prezzi bassi portano inesorabilmente all’abbandono di progetti di sviluppo nella ricerca e nella produzione, come per esempio quelli sulle fonti petrolifere non convenzionali, come le sabbie bituminose non redditizie se il barile rimane al di sotto dei 90 dollari.

Scaroni: per la crisi del petrolio serve maggior chiarezza e stabilità

Anche per il greggio, la crisi e la turbolenza economica sembrano non avere precedenti alla luce del fatto che in 9 mesi, fino a luglio dello scorso anno il petrolio ha raddoppiato il suo valore, perdendone però i due terzi nei mesi successivi fino a dicembre. Per Paolo Scaroni, l’industria petrolifera è soprattutto segnata da una scarsa qualità dei dati, dalla speculazione e dai timori della fine delle riserve di petrolio.
La scarsa qualità dei dati, secondo l’amministratore delegato di Eni, è un fattore da sempre connesso all’industria del greggio ed è la causa principale dell’impossibilità di effettuare previsioni corrette. Come ha ricordato Paolo Scaroni, l’Aie, ovvero l'ente che ha lo scopo di raccogliere informazioni e produrre previsioni sul greggio, aveva dichiarato un anno fa che la domanda globale sarebbe salita di 2 milioni di barili al giorno, una quantità superiore alla totale produzione del Kuwait. Sostenendo poi che la domanda avrebbe superato l’offerta, l’Aie, secondo Paolo Scaroni, ha spinto molti operatori a prepararsi per una crisi petrolifera, contribuendo a rafforzare ansia immotivata.
Paolo Scaroni ha affermato che, ormai, l’industria del petrolio è matura per cercare modalità per aumentare certezza e stabilità. Il primo passo suggerito dall’amministratore delegato di Eni è quello di dotarsi di un preciso e trasparente global reporting system per la produzione, il consumo e le scorte di greggio, in modo che possa costituire la base per ‘previsioni autorevoli e per evitare allarmismi inutili e ingiustificati”. Il secondo elemento da supportare, stando ancora alle parole di Paolo Scaroni, è la cooperazione tra operatori del settore in modo da creare stabilità dei prezzi in modo che ne possano beneficiare sia i consumatori sia i produttori.
Secondo Scaroni, serve una nuova forma contrattuale tra gli operatori del settore, eventualmente prendendo in prestito i modelli già attivi nel settore del gas (come il take-or-pay, o la remunerazione per le quote in eccesso). Una maggior stabilità nella domanda e una maggior certezza nel mercato, favorirebbero un uso razionale del petrolio, e spingerebbero verso investimenti anche nel settore delle energie alternative per soluzioni energetiche più efficaci.

martedì 27 gennaio 2009

Scaroni: le famiglie italiane avranno più soldi nonostante la crisi

Il prezzo dell’energia scenderà ancora, trainato dal prezzo del barile di greggio, ormai a livelli minimi storici, attestandosi sui 40-45 dollari. Se questo dovesse rimanere il prezzo medio per tutto il 2009, le famiglie italiane, ha proseguito Scaroni, potrebbero spendere "circa 600 euro in meno per il trasporto a parità di chilometri percorsi". Anche il prezzo del gas è destinato a scendere, secondo le previsioni dell’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni: in totale ciascuna famiglia avrà in tasca circa 1200 euro in più, decisamente utili in questo periodo di crisi.
Un risparmio che può essere aumentato anche seguendo alcuni semplici consigli già promossi da Paolo Scaroni attraverso la campagna 30percento, in cui si mostra come sia possibile risparmiare annualmente, semplicemente seguendo regole di senso comune, come non lasciare in stand by gli elettrodomestici, utilizzare lampadine a basso consumo, sostituire i vecchi elettrodomestici.

Gas: per l’Italia non c’è mai stato un problema reale

La crisi del gas sembra ormai conclusa, con gli accordi stipulati la scorsa settimana tra Russia e Ucraina. Secondo Paolo Scaroni, un reale pericolo per l’Italia, grazie alla politica di approvvigionamento e di stoccaggio messa in atto dopo la crisi del 2006, non è mai esistito per il nostro paese “o almeno 99 su 100 non ci sarebbe stato, salvo un inverno di quelli che capitano ogni 100 anni.” Secondo Scaroni, l’Italia può ritenersi al sicuro per questo inverno anche se non vi sono garanzie per il futuro. Il problema sembra riposare nella capacità dell’Ucraina di rispettare gli accordi economici stipulati con la Russia. Secondo Paolo Scaroni, infatti, dichiarando che Kiev sta attraversando una crisi economica spaventosa, ammette di augurarsi “che riesca a pagare il gas che consuma”, uno scenario che l’amministratore delegato di Eni non vede come garantito.

lunedì 26 gennaio 2009

Scaroni: utile per l’industria del petrolio una nuova forma di cooperazione

Dalla capitale dell’Arabia Saudita, Paolo Scaroni ha suggerito una nuova forma di cooperazione per l’industria petrolifera. Per la formulazione di tale modello, può essere utile secondo l’amministratore delegato di Eni, far riferimento al mercato del gas e dell’elettricità. Secondo Paolo Scaroni, infatti, una forma possibile di cooperazione potrebbe essere quella che garantisce una domanda stabile e quindi entrate stabili, “prendendo spunto dalle strutture contrattuali take-or-pay, piuttosto comuni nel mercato del gas”. In questo modo, i paesi produttori avrebbero degli incentivi per investire nella capacità di esplorazione e produzione, apportando benefici ai consumatori, senza essere penalizzati da controtendenze del mercato e quindi senza crolli nei rendimenti. Seguendo ancora gli accordi nel mercato elettrico, potrebbe essere istituita una remunerazione per la capacità in eccesso. Una nuova forma di cooperazione condurrebbe nel medio-lungo periodo a vantaggi sia dal punto di vista del produttore sia da quello del consumatore: secondo Scaroni, infatti, i produttori di petrolio hanno bisogno di una domanda stabile dell’oro nero, esattamente come i consumatori hanno bisogno di un’offerta stabile.

Scaroni: in Italia il gas costa meno

Secondo Paolo Scaroni, grazie a buoni contratti stipulati con i fornitori, il gas per le imprese italiane, costa meno rispetto alla media europea (356 euro per 1000 metri cubi rispetto alla media di 400). In occasione di un convegno nel Trevigiano, Paolo Scaroni ha sottolineato che il risparmio nel nostro Paese, pari a circa 50 miliardi di dollari, sarà a disposizione delle famiglie, delle imprese e dell’amministrazione pubblica. Questo fattore insieme alla diffusa proprietà della casa, e al fatto che le famiglie italiane siano poco indebitate rappresenta per Paolo Scaroni l’elemento concreto per essere ottimista sulla capacità dell’Italia di uscire dalla crisi più rapidamente rispetto agli altri paesi. Durante il corso di quest’anno, i paesi dell’OCSE, grazie al calo del prezzo del greggio risparmieranno secondo Paolo Scaroni “più di 500 miliardi di dollari, una cifra colossale che può costituire nel 2009 quel carburante di cui abbiamo disperatamente bisogno per attraversare una crisi che certamente non è finita”.

venerdì 23 gennaio 2009

Scaroni: prezzi in linea con la media europea

Secondo l’ad di Eni, Paolo Scaroni, durante l’anno appena trascorso, i prezzi del carburanti distribuiti attraverso la rete Agip sono stati in linea con la media europea. In alcuni casi, come nella rete Agip Iperself i prezzi sono risultati inferiori a quelli degli altri Paesi Europei. Secondo Scaroni, la ricetta per ridurre i prezzi alla pompa, è quella di eliminare le inefficienze del sistema puntando anche in Italia sul self-service. Contemporaneamente, è necessario rendere più efficiente la rete di distribuzione che presenta ancora troppi piccoli impianti.

giovedì 22 gennaio 2009

Scaroni: se prolunghiamo i tetti sarà meno conveniente investire

Secondo l’amministratore delegato di Eni prolungare i tetti all’importazione e alla vendita del gas in Italia da parte di Eni oltre il 2010 potrebbe far allontanare l’azienda dall’Italia: investire sarebbe infatti meno conveniente. Secondo Scaroni, “non si può da un lato imporre ex lege limiti alla nostra presenza e chiederci di essere garanti della sicurezza degli approvvigionamenti". D’altro canto, la crisi russo- ucraina appena conclusasi- potrebbe essere per Scaroni la spinta giusta per ripensare lo sfruttamento delle risorse energetiche di cui dispone l’Italia e per progettare nuove infrastrutture. Il governo dovrebbe inoltre essere stimolato ad attuare nuove politiche per incentivare le imprese a investire in Italia, piuttosto che secondo Paolo Scaroni “porre limiti di tutti i tipi che hanno il risultato finale di scoraggiare queste iniziative

Scaroni rassicura sull’ingresso della Libia in Eni

L’ingresso della Libia nel capitale di Eni non comporta alcuna preoccupazione secondo Paolo Scaroni per la governance della sua società né sulla sua politica di approvvigionamenti. L’acquisizione di alcune azioni da parte della Libia secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato, non corrisponde in automatico all’entrata dei libici nella governance: “Io ho qualche azione di tante società ma non conto niente nella governance".

mercoledì 21 gennaio 2009

Scaroni: addizionale IRES non inciderà sui prezzi

Secondo Paolo Scaroni, l’introduzione dell’addizionale Ires, introdotta nel disegno di legge di ratifica e conversione del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Libia, non cambierà il carico fiscale della società, precisando che questa imposizione non dovrebbe avere effetto sui prezzi finali. Scaroni ha infatti argomentato che, non essendo Eni in regime di monopolio, l’aumento dei prezzi finali comporterebbe una perdita di quote di mercato.

Scaroni: ottimista per la qualifica a Nassirya

È in corsa con altre due potenze energetiche, la spagnola Repsol e la giapponese Nippon Oil. Eppure Paolo Scaroni non ha molti dubbi. Come Eni, è infatti fiducioso sull’assegnazione del contratto per lo sviluppo del giacimento petrolifero a sud di Nassirya, situato nel sud dell’Iraq.
Paolo Scaroni ha sottolineato che si tratta di una qualifica più che di una gara effettiva, basata sulle competenze e sulle conoscenze sviluppate sul campo. Scaroni ha dichiarato che in quella zona Eni ha già effettuato studi geologici e ipotesi di sfruttamento insieme a personale iracheno. Secondo Scaroni, il giacimento di Nassiriya potrà produrre fino a un milione di barili al giorno di greggio.

martedì 20 gennaio 2009

Scaroni docente al Master Eunomia

Inizierà giovedì la nuova edizione del master di Alta formazione Politico-Istituzionale organizzato a Firenze da Eunomia. L’associazione senza fini di lucro, che ha lo scopo di promuovere e realizzare, attraverso attività formative mirate, la diffusione della cultura nel settore delle Istituzioni e delle politiche. Il master, che si rivolge a 50 giovani fra amministratori, imprenditori, giovani attivi nei partiti, all’università, nei sindacati e nella comunicazione, sarà suddiviso in due moduli: la nascita dei partiti e il rapporto ambiente territorio ed energia. E proprio nel secondo modulo interverrà, quale docente d’eccezione, Paolo Scaroni amministratore delegato di Eni, impegnato sin dal suo primo mandato in attività riguardanti i temi dell’ambiente e dell’energia. Sua infatti la campagna 30percento, dedicata allo sviluppo sostenibile e al risparmio energetico.

lunedì 19 gennaio 2009

La rivista di Scaroni compie un anno

Nel nuovo numero di Oil, vi sarà un interessante confronto fra Paolo Scaroni, ad di Eni, e Shukri Ghanem, presidente della compagnia petrolifera statale della Libia, un confronto che evidenzia come seppur da prospettive differenti i due si trovano concordi sulla necessità di una stretta collaborazione fra Paesi produttori e compagnie petrolifere.
Con l’uscita di questo numero 4, compie un anno il tabloid voluto da Paolo Scaroni, per fornire informazione e dibattito sulle tematiche dell’energia e dello sviluppo. In concomitanza di una fase economica critica a livello internazionale e in occasione del proprio compleanno, il tabloid edito da Eni si è rivolto ad esperti di fama mondiale: Jeremy Rifkin, maestro dello sviluppo sostenibile, Brzezinski, scelto da Obama quale consigliere per la politica estera e persino Alexei Miller, ad di Gazprom.

Scaroni già al lavoro per il consorzio europeo del gas

L’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, ha partecipato a Berlino al summit per tentare di risolvere la crisi russa-ucraina del gas insieme ai Big della Germania e della Russia.
Giovedì scorso aveva infatti annunciato la creazione di un consorzio fra i grandi clienti del gas in Europa con l’obiettivo di farsi carico temporaneamente del trasporto del gas attraverso l’Ucraina.
Paolo Scaroni aveva spiegato che il consorzio, che come Eni cercherà di formare, dovrà farsi carico del gas definito “cuscino” (ovvero quello necessario al trasporto dello stesso gas) anticipando quindi le spese per il combustibile necessario per far arrivare il gas verso i Paesi europei. Come dichiarato da Paolo Scaroni, il lavoro tecnico per la formazione del consorzio fra le aziende cliente del gas russo è iniziato subito dopo la conclusione dell’incontro a Berlino.

venerdì 16 gennaio 2009

Scaroni: da Mosca si impegna anche per la Sardegna

Paolo Scaroni, chiamato a Mosca dal premier italiano per risolvere tempestivamente la questione chimica della Sardegna e l’incertezza che stanno vivendo le famiglie sarde, ha garantito che nei prossimi giorni affronterà anche quell’emergenza. Scaroni, amministratore delegato dell’Eni, ha ribadito il proprio impegno a definire la vertenza rispettando le richieste del governo (tutto il personale deve rientrare operativo dal 1°febbraio; riavvio dell’impianto cracking di Porto Torres per la produzione di etilene; mantenimento in piena efficienza tecnica e operativa dell’impianto di produzione di cumene e fenolo di Porto Torres).

Scaroni: cordata europea per risolvere la crisi del Gas

Paolo Scaroni è stato ieri a Mosca per discutere con il premier Putin della situazione ormai drammatica della crisi Ucraina-Russia per la fornitura del gas in Europa. L’incontro è avvenuto dopo un colloquio telefonico dei due capi di governo italiano e russo reso noto dallo stesso Scaroni, il quale ha sottolineato come sia ormai grande la preoccupazione per ciò che sta succedendo in Europa. Come Eni, Paolo Scaroni si è sempre dichiarato sereno per la situazione in Italia ma non altrettanto per ciò che sta accadendo in molti paesi europei soprattutto dei Balcani dove il problema approvvigionamento gas sta diventando drammatico.
Durante l’incontro con Putin, Paolo Scaroni ha discusso della possibilità di realizzare un consorzio in Europa, in modo da finanziare i costi necessari affinché il gas raggiunga i paesi Europei. La Russia ha infatti proposto che siano proprio gli Europei a comprare il metano necessario a far funzionare i gasdotti in modo da garantire che Kiev che lo possa utilizzare per l’esportazione. L’amministratore delegato di Eni, Scaroni, avrebbe dunque il compito di sondare la disponibilità delle altre grandi compagnie europee che si servono dei gasdotti ucraini: l’obiettivo è quello di formare un consorzio di utilizzatori per finanziare appunto le spese tecniche necessarie al passaggio del gas in Ucraina.
A termine del colloquio, una volta rese note le richieste, Paolo Scaroni si è dichiarato favorevole alla proposta, e pronto a partecipare come capofila al consorzio europeo per garantire il transito del gas russo attraverso l’Ucraina. Paolo Scaroni si è quindi impegnato a coinvolgere le altre aziende energetiche europee nel consorzio, sottolineando che comunque "per il momento nessuno ha dato un'adesione perché nessuno ha avuto una concreta proposta”

giovedì 15 gennaio 2009

Scaroni: oggi in Russia per incontrare la Gazprom

Una situazione ormai incredibile è quella che si sta delineando sul fronte russo-ucraino, tanto che la commissione europea vede scarse prospettive di una ripresa delle forniture di gas dalla Russia almeno per oggi. Intanto, Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni, colosso italiano dell’energia interessato al raggiungimento di una soluzione rapida incontrerà a Mosca i dirigenti di Gazprom.

mercoledì 14 gennaio 2009

Si riapre il dibattito positivo sul rigassificatore italiano

La crisi del gas e le sue conseguenze possono costituire la spinta necessaria per rimettere in moto i dibattiti sui rigassificatori in Italia.
Dopo molti stop, e risposte negative o frenanti, alla luce della nuova emergenza gas, il clima sulla realizzazione del rigassificatori al largo delle coste del ravennate si sta facendo in questi giorni più disteso e positivo.
Gli attori coinvolti, dai consiglieri comunali fino al presidente della provincia, si sono dichiarati in questi giorni favorevoli all’opportunità di avviare l’estrazione di metano in Alto Adriatico e di ospitare al largo di Marina il rigassificatore off shore progettato dall’Eni di Paolo Scaroni, così da potenziare la divisione esplorazione e produzione che ha base a Marina di Ravenna. È necessario ancora riuscire a unire gli sforzi e le necessità delle istituzioni nazionali e locali, insieme a quelle di Eni, per portare a termine un progetto fortemente voluto da Paolo Scaroni.

martedì 13 gennaio 2009

Resta l’emergenza gas

Sembrava ormai risolta la crisi del gas. Dopo gli accordi Gazprom Kiev, stamani il flusso di gas verso l’europa doveva riprendere. Invece Gazprom ha spiegato che Kiev ha bloccato nuovamente il flusso di gas introno alle 11 di questa mattina. Le cause sembrano essere ancora negli accordi inaccettabili per l’Ucraina.
Intanto, sono stati inviati in entrambi i Paesi degli osservatori internazionali esperti di energia e di relative misurazioni. Anche un gruppo di esperti Eni fa parte dell’unità di monitoraggio che in Ucraina avrà il compito di controllare il flusso di gas verso i Paesi Europei. Secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni “La creazione dei caschi blu del gas va nella giusta direzione”

lunedì 12 gennaio 2009

Eni punta al nord Europa

Si tratta di aspettare ancora una settimana, poi verrà reso noto chi vincerà la battaglia tra Eni e Rwe, società tedesca, per il controllo di Essent, utility olandese valutata circa 10 miliardi di euro. I due contendenti hanno superato la concorrenza di un’altra società europea la svedese Vattenfall, rimanendo gli unici due in gara. La prossima settimana il Consiglio di sorveglianza di Essent si riunirà e deciderà quale sarà l’offerta scelta.
Dopo la belga Distrigaz, Paolo Scaroni dimostra ancora una volta la sua strategia di acquisizione e controllo in Europa, nell’operazione economica più importante dall’inizio della crisi finanziaria globale.

Paolo Scaroni: buona la proposta di inviati UE

Venerdì 9 gennaio, ancora in piena crisi, Paolo Scaroni ha accolto con favore e soddisfazione la proposta dell’Unione Europea di inviare in Ucraina e in Russia “osservatori esperti internazionali esperti di energia e di relative misurazioni in Ucraina e in Russia, al fine di porre le basi per una rapida soluzione della controversia tra i due paesi”. Dall’inizio della crisi; sacconi, amministratore delegato Eni ha già sottolineato al commissario UE per l’energia l’importanza di trovare una soluzione stabile e duratura ai problemi di fornitura di gas in seguito alla disputa russo ucraina. Secondo lo stesso Scaroni, l’Eni ha già fornito personale e mezzi in grado di espletare questo compito.

venerdì 9 gennaio 2009

Problema approvvigionamento gas: Scaroni ne parlò l’anno scorso

Durante il XX congresso mondiale dell’energia, i temi importanti sono stati quelli della crescente sete di gas in Europa e dell’esigenza di diversificare le fonti di approvvigionamento. Paolo Scaroni in quella occasione, intervenuto in qualità di rappresentante dei paesi consumatori, sottolineò i nuovi problemi europei e la necessità di investimenti ingenti. Ai tempi del congresso nel 2007, l’Europa consumava circa 600miliardi di metri cubi di gas all’anno, dei quali 300 importati. Le previsioni erano di un raddoppio delle importazioni per effetto di tre fattori combinati. Secondo Scaroni infatti, “il consumo di gas cresce circa del 2%”. Inoltre, “circa il 25% della produzione di elettricità in Europa – che oggi deriva da carbone, olio combustibile e nucleare, diventerà obsoleta nei prossimi anni e dovrà essere rimpiazzata, molto verosimilmente, dal gas”. L’ultimo fattore preso in considerazione da Paolo Scaroni era il fatto che la produzione europea si sarebbe dimezzata. Il risultato sarebbe stato il raddoppio della domanda di importazione di gas che avrebbe raggiunto la quota di 600miliardi, un’importazione che eccede l’intera produzione russa.

La soluzione sarebbe stata la diversificazione degli approvigionamenti, dalla Russia, dall’Algeria, dalla Norvegia, e dalla Libia: approvvigionamenti che sarebbero dovuti arrivare tramite pipeline sottoforma di gas liquido. I problemi che quindi i paesi europei dovevano e devono tuttora affrontare sono legati agli ingenti investimenti che devono essere sostenuti lungo tutta la catena del processo: nell’upstream, e quindi nei paesi fornitori di gas; nella costruzione di impianti di liquefazione; nella costruzione o acquisizione di flotte per il trasporto del gas liquido e, infine, in quella di impianti di rigassificazione. Secondo le parole di Paolo Scaroni, Eni già da qualche anno è impegnata nella costruzione di impianti di liquefazione del gas naturale sia in Nigeria sia in Angola.

giovedì 8 gennaio 2009

Scaroni: solidarietà con la Slovenia

Mentre si dichiara sereno, Paolo Scaroni ha avviato un’azione di solidarietà rivolta a tutti i Paesi europei per contribuire a sostenere la Slovenia, il paese maggiormente colpito della crisi gas. Scaroni sottolinea che ogni giorno Eni invia “200 mila metri cubi di gas per evitare una situazione drammatica a livello sociale nel paese che ovviamente in questo momento e visto che riceveva gas soltanto dalla Russia si trova in grande difficoltà".

Scaroni e Scajola: niente allarmismi, gas sotto controllo

Il ministro Scajola ha rassicurato stamani gli italiani sull’approvvigionamento di gas nei prossimi mesi, pur ammettendo la delicatezza della situazione. Gli fa eco Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni, che conferma “che in questo momento la situazione per Eni è tranquilla", anche se lo stesso non può non palesare una certa cautela visto che l’Italia dipende dal gas russo. In ogni caso, Scaroni precisa che Eni ha integrato le scorte di gas e che, di conseguenza, quest’ultimo è garantito per le prossime settimane. Per quanto riguarda il rispetto dei contratti tra Russia e Italia, invece, Scaroni ha ammesso che Gazprom ha invocato la clausola di forza maggiore.

Differenziare gli approvvigionamenti: consumatori concordi con Eni

Di fronte alla crisi del gas tra Russia e Ucraina, l’unica soluzione per l’Italia è quella di accelerare la costruzione di rigassificatori e l’approvvigionamento attraverso nuovi gasdotti. La crisi Kiev-gazprom è infatti una crisi che dura da anni e che periodicamente conduce al taglio di rifornimenti di gas all’Ucraina e di conseguenza all’Europa. Una crisi che solo due anni fa aveva lasciato europa e Italia “ al freddo”. Già due anni fa, Paolo Scaroni aveva sostenuto l’esigenza di diversificare gli approvvigionamenti e di costruire rigassificatpri per il metano liquido, un’esigenza che l’Eni, sotto spinta proprio del suo amministratore delegato Scaroni, aveva affrontato proprio a partire da quella data con la differenziazione di approvigionamenti. A chiedere oggi soluzioni per rendersi “autonomi”sono invece due associazioni di consumatori preoccupati delle continue crisi sul fronte russo

Russia- Eni: Un accordo di lunga data

Gli accordi commerciali tra Eni e Russia hanno ormai compiuti il mezzo secolo. Da quasi dieci anni, il rapporto invece è andato via via definendosi e specializzandosi: risale infatti al 1999 il gemellaggio tra la città di Novij Urengoi e San Donato Milanese. Se la seconda è la nota sede del quartier generale dell’Eni di Paolo Scaroni, la prima di certo non è nota ai più. All’estremo nord del circolo polare artico, in Siberia, Novij Urengoi era una città inesistente fino a trent’anni fa, mentre oggi è una vera e propria “città del gas”: da lì proviene il gas destinato all’Italia e all’Europa.

Eni è il maggior partner commerciale della Russia (il maggior acquirente di gas a livello societario), uno dei maggior investitori europei e copre il 90% dell’interscambio italo-russo.
Le risorse stimate nei giacimenti di cui Eni è socia al 30 per cento sono pari ad oltre 5 miliardi di barili di olio equivalente. Questa attività insieme al Blue Stream, al South Stream e alla possibilità di partecipare nel progetto Baltic LNG rappresentano i tasselli fondamentali nell’ambito della strategia integrata in Eni nel gas in Russia.

Il gemellaggio con Novij Urengoi, città con 110mila abitanti, dove l’estate dura al massimo 25 giorni l’anno, rappresenta uno dei tanti elementi che caratterizzano gli accordi di Eni con Paesi fornitori. Anche in questo caso si tratta di un gemellaggio che rientra in quello che viene definito modello di cooperazione matteiano, secondo cui la collaborazione con i Paesi fornitori viene definita non solo da attività tipiche del business di Eni ma anche da quelle di carattere sociale. In questo caso la collaborazione prevede supporto per lo sviluppo del campo dell’educazione della cultura , dello sport e della formazione professionale: nel 1999 Eni ha aperto a Novij Urengoi una biblioteca multimediale, che ha permesso a molti giovani di chattare parlare con tutto il mondo. Lo stesso modello è stato attuato da Paolo Scaroni sin dall’inizio del suo mandato, un modello che ha permesso la realizzazione di grandi eventi pubblici destinati anche al nostro paese, oltre al continuo supporto e sostegno alla Fondazione Mattei dedicata alla ricerca per lo sviluppo sostenibile.

mercoledì 7 gennaio 2009

Scaroni: perché sono tranquillo

Dopo la riunione dei vertici Eni tenutasi per valutare la crisi Gazprom – Kiev, Paolo Scaroni amministratore delegato di Eni ha dichiarato che l’Italia ha riserve "per passare tranquillamente l'inverno". "Affrontiamo questa seconda crisi russo-ucraina in posizione molto migliore rispetto alla precedente, anche nell'ipotesi in cui le forniture dalla Russia diminuissero in modo sostanziale".
Scaroni ha spiegato infatti che "Da un lato abbiamo aumentato le nostre capacità di stoccaggio e oggi siamo in grado di metter sotto terra quasi 14 miliardi di metri cubi di gas per far fronte all'inverno e a queste emergenze e poi abbiamo sbottigliato il tubo con l'Algeria, abbiamo completato la messa a punto del gasdotto che ci collega con la Libia e la somma di tutto questo fa sì che siamo in posizione migliore di molti altri paesi europei di fronte a questa nuova crisi".

Scaroni. Incontro al vertice Eni per la crisi russo-ucraina

L’Italia ricorre al gas per soddisfare il 37,6% del proprio fabbisogno energetico, contro il 42,3% del petrolio. Il 30% di quanto necessario è assicurato dalla Russia, che risulta il secondo nostro fornitore dopo l’Algeria. La crisi tra Ucraina e Russia ha messo quindi in allarme anche il sempre ottimista Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni, tanto che il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, ha partecipato al vertice Eni per valutare l’aggravarsi della situazione. Le forniture di gas russo che arrivano in Italia dal gasdotto Tag erano solo il 10% di quello che normalmente arriva al nostro paese. Paolo Scaroni rimane comunque ottimista, stando alle dichiarazioni rilasciate a conclusione della riunione: "Possiamo guardare alla crisi in corso tra Russia e Ucraina e alle sue ripercussioni nelle prossime settimane sulla sicurezza energetica dell'Italia con serenità, sempre sperando che la disputa venga risolta a breve". Grazie alla politica di diversificazione degli approvvigionamenti e di potenziamento degli stoccaggi, infatti, l’Italia possiede "una sicurezza in linea e anche migliore di quella degli altri Paesi europei".

Crisi Russia-Ucraina: l’Italia non è rischio

La minaccia è diventata operativa. La Russia della Gazprom ha tagliato la fornitura di gas all’Ucraina e di conseguenza ai paesi dell’UE. Il paese di Medvedev accusa l’Ucraina di non aver pagato la fornitura ricevuta, o meglio, di aver sottratto quote di gas da quello in transito e destinato all’Europa. Il taglio è considerevole, si parla di 65,3 milioni di metri cubi di riduzione delle forniture comprese quelle destinate all’Europa.
Mentre nell’Est Europa, secondo fonti UE si riapre la trattativa fra Russia e Ucraina, con prospettive di un prossimo accordo (l’8 gennaio si terrà un incontro tra i vertici russi e quelli europei), in Europa si temono comunque le conseguenze dello scontro. Anche se alcuni paesi hanno denunciato un calo delle forniture, la Commissione Europea è per il momento positiva, poiché la crisi in atto non mette a rischio immediato le forniture per i paesi europei grazie alle scorte accumulate corrispondenti ad un range compreso tra il 70% e il 90% del fabbisogno.
Allarme anche per l’Italia, che importa dalla Russia il 30% di gas. Il taglio al nostro paese è pari al 90% anche se dai vertici dello Stato e da Paolo Scaroni, Ad dell’Eni, arrivano parole rassicuranti. Dopo la crisi russo-ucraina di due anni fa, infatti, secondo le parole di Scaroni l’Eni ha “messo in atto una politica di diversificazione degli approvvigionamenti e di potenziamento degli stoccaggi" che permetterebbero quindi la copertura del nostro fabbisogno energetico

lunedì 5 gennaio 2009

Eni: modello di cooperazione matteiano in Gabon

Paolo Scaroni ha finalizzato l’acquisizione di 6 licenze esplorative nel Gabon, di cui due nel bacino settentrionale in acque convenzionali, mentre le rimanenti nel bacino onshore del paese: la superficie complessiva è di 8.000 chilometri quadrati. Le licenze sono state attribuite per una prima fase esplorativa della durata di 4 anni, rinnovabili poi per un periodo altrettanto lungo. L’intervento di Eni in Gabon, in cui era già stata presente per 7 anni a partire dal 1987, rafforza la posizione della società di Paolo Scaroni nella regione sub-sahariana, dove conduce attività di esplorazione e produzione (in Angola, Congo, Nigeria e Mozambico) con una produzione complessiva di 350mila barili al giorno.
L’intesa è stata sviluppata secondo il modello di cooperazione matteiano: il business tradizionale della società energetica del nostro Paese, verrà integrato da attività di sostenibilità del territorio. A fianco degli investimenti necessari per valorizzare le risorse energetiche del Paese africano, saranno così sviluppate attività a supporto delle comunità locali e progetti per favorire la formazione e la ricerca e sviluppo. Sotto l’egida di Enrico Mattei, l’Eni di Paolo Scaroni porta avanti da anni una serie di attività volte al sociale e allo sviluppo sostenibile: dalla storica fondazione Mattei dedita alla ricerca per uno sviluppo sostenibile, passando per l’organizzazione di eventi culturali in Italia dedicati ai maestri del nostro Paese, fino agli ultimi accordi con i Paesi Africani e sud Americani, che prevedono un sostegno alle attività locali e al loro sviluppo.

Eni: soddisfazione in Borsa

Paolo Scaroni può ritenersi soddisfatto visto che, a dispetto di crisi e di segni negativi, Eni e Saipem già a partire dal 29 dicembre hanno segnato rialzi positivi.
Grazie alla ripresa del prezzo del greggio che sfiora i 40 dollari al barile, per effetto del conflitto nella striscia di Gaza, Eni e la controllata Saipem aprono molto bene anche il 2009: il 2 gennaio infatti Eni ha chiuso in rialzo del 4% e Saipem è salita del 3%. E stamani la tendenza di venerdì scorso è stata mantenuta: l’Eni di Paolo Scaroni sale infatti dell'1% all'interno di un settore che nella UE guadagna più del 2%.

Scaroni: colloquio con il premier italiano per la Sardegna

Paolo Scaroni ha avuto un colloquio personale con il premier Berlusconi in merito allo stabilimento di Porto Torres, questione cara ora al premier sotto campagna elettorale nell’isola dopo le dimissioni di Soru.
L’amministratore delegato Eni aveva già avuto un colloquio preliminare con il ministro dello Sviluppo Economico per riaprire il cuore della fabbrica. L’intenzione del premier è quella di incontrare Paolo Scaroni quanto prima, per arrivare ad annunciare entro fine gennaio le linee di produzione di fenolo e cumene, produzione che coinvolgerebbe la tranquillità di quasi 20 mila famiglie.