mercoledì 7 gennaio 2009

Crisi Russia-Ucraina: l’Italia non è rischio

La minaccia è diventata operativa. La Russia della Gazprom ha tagliato la fornitura di gas all’Ucraina e di conseguenza ai paesi dell’UE. Il paese di Medvedev accusa l’Ucraina di non aver pagato la fornitura ricevuta, o meglio, di aver sottratto quote di gas da quello in transito e destinato all’Europa. Il taglio è considerevole, si parla di 65,3 milioni di metri cubi di riduzione delle forniture comprese quelle destinate all’Europa.
Mentre nell’Est Europa, secondo fonti UE si riapre la trattativa fra Russia e Ucraina, con prospettive di un prossimo accordo (l’8 gennaio si terrà un incontro tra i vertici russi e quelli europei), in Europa si temono comunque le conseguenze dello scontro. Anche se alcuni paesi hanno denunciato un calo delle forniture, la Commissione Europea è per il momento positiva, poiché la crisi in atto non mette a rischio immediato le forniture per i paesi europei grazie alle scorte accumulate corrispondenti ad un range compreso tra il 70% e il 90% del fabbisogno.
Allarme anche per l’Italia, che importa dalla Russia il 30% di gas. Il taglio al nostro paese è pari al 90% anche se dai vertici dello Stato e da Paolo Scaroni, Ad dell’Eni, arrivano parole rassicuranti. Dopo la crisi russo-ucraina di due anni fa, infatti, secondo le parole di Scaroni l’Eni ha “messo in atto una politica di diversificazione degli approvvigionamenti e di potenziamento degli stoccaggi" che permetterebbero quindi la copertura del nostro fabbisogno energetico