mercoledì 28 gennaio 2009

Scaroni: per la crisi del petrolio serve maggior chiarezza e stabilità

Anche per il greggio, la crisi e la turbolenza economica sembrano non avere precedenti alla luce del fatto che in 9 mesi, fino a luglio dello scorso anno il petrolio ha raddoppiato il suo valore, perdendone però i due terzi nei mesi successivi fino a dicembre. Per Paolo Scaroni, l’industria petrolifera è soprattutto segnata da una scarsa qualità dei dati, dalla speculazione e dai timori della fine delle riserve di petrolio.
La scarsa qualità dei dati, secondo l’amministratore delegato di Eni, è un fattore da sempre connesso all’industria del greggio ed è la causa principale dell’impossibilità di effettuare previsioni corrette. Come ha ricordato Paolo Scaroni, l’Aie, ovvero l'ente che ha lo scopo di raccogliere informazioni e produrre previsioni sul greggio, aveva dichiarato un anno fa che la domanda globale sarebbe salita di 2 milioni di barili al giorno, una quantità superiore alla totale produzione del Kuwait. Sostenendo poi che la domanda avrebbe superato l’offerta, l’Aie, secondo Paolo Scaroni, ha spinto molti operatori a prepararsi per una crisi petrolifera, contribuendo a rafforzare ansia immotivata.
Paolo Scaroni ha affermato che, ormai, l’industria del petrolio è matura per cercare modalità per aumentare certezza e stabilità. Il primo passo suggerito dall’amministratore delegato di Eni è quello di dotarsi di un preciso e trasparente global reporting system per la produzione, il consumo e le scorte di greggio, in modo che possa costituire la base per ‘previsioni autorevoli e per evitare allarmismi inutili e ingiustificati”. Il secondo elemento da supportare, stando ancora alle parole di Paolo Scaroni, è la cooperazione tra operatori del settore in modo da creare stabilità dei prezzi in modo che ne possano beneficiare sia i consumatori sia i produttori.
Secondo Scaroni, serve una nuova forma contrattuale tra gli operatori del settore, eventualmente prendendo in prestito i modelli già attivi nel settore del gas (come il take-or-pay, o la remunerazione per le quote in eccesso). Una maggior stabilità nella domanda e una maggior certezza nel mercato, favorirebbero un uso razionale del petrolio, e spingerebbero verso investimenti anche nel settore delle energie alternative per soluzioni energetiche più efficaci.