Paolo Scaroni ha proposto alla Commissione Europea la creazione di una holding per la gestione delle reti di distribuzione del gas in Europa. In tale società potrebbero confluire le maggiori compagnie del settore: Snam, E.On, Gdf, Suez e Omv.
“L'Eni mette sul tavolo della Commissione Ue il piano per la terza via all'unbundling e propone la creazione di una società delle reti energetiche europee. L'idea di Paolo Scaroni, che ieri ha visto in tutto riserbo la responsabile per la Concorrenza Neelie Kroes, è di aggirare i veti incrociati sullo spacchettamento della distribuzione dalla produzione attraverso la costituzione di una superholding continentale. Nella nuova entità potrebbero confluire, oltre alla Snam, gli altri big del settore, la tedesca E.On/Rhurgas, la francese Gdf/GrtGaz-Cfm, la belga Suez/Fluxys e l'austriaca Omv. Insieme, i cinque pezzi grossi potrebbero gestire un network a controllo prevalente pubblico da 709 mila chilometri e un trasporto annuo di 274 miliardi di metri cubi. Il cane a sei zampe ritiene che il processo di integrazione potrebbe anche essere graduale e portare i risparmi, il coordinamento degli investimenti e le efficienze auspicate da Bruxelles e dagli Stati membri. La signora Kroes risulta essere intrigata dall'idea italiana che, del resto, le toglierebbe parecchie castagne dal fuoco. Su mandato dei Ventisette, Palazzo Berlaymont ha intavolato una coppia di ricette per arrivare all'unbundling funzionale del gas: la prima prevede la separazione totale della proprietà delle reti dalla distribuzione dell'energia; la seconda affida la proprietà a degli operatori indipendenti di sistema (Iso). Nonostante la doppia scelta, l'iniziativa ristagna per l'assenza di un unico approccio europeo e per le differenti esigenze di esportatori (Olanda e Danimarca) e importatori di gas (Francia e Germania). Parigi e Berlino, oltretutto, sono apertamente restie a rinunciare al controllo diretto delle risorse.”
Leggi l’articolo su “La Stampa” (02/05/2008)
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