venerdì 16 dicembre 2011

Jalil ringrazia l'Eni: "Al nostro fianco malgrado tutti i rischi, coraggio e dedizione"

Al termine dei colloqui con il premier Mario Monti a palazzo Chigi, il presidente libico Mustafà Abdul Jalil ha voluto "ringraziare le aziende petrolifere italiane, e in particolare l'Eni" che ha ormai "raggiunto il 70% della propria produzione, nell'interesse dei due paesi". L'azienda capitanata da Paolo Scaroni, ha sottolineato l'ex leader dei ribelli ha "accettato di tornare al fianco dei libici malgrado tutti i pericoli e i rischi", mostrando "grande coraggio e dedizione al lavoro". Questi doti, ha proseguito Jalil, hanno "agevolato il ripristino delle forniture del gas libico all'Italia". "Grazie al popolo e al governo italiano - ha concluso il leader libico - a cui auguro tutto il bene e il progresso, siamo partner nel Mediterraneo per cui ci interessano sicurezza e integrità".
(da Virgilio Economia)

giovedì 8 dicembre 2011

Eni: la produzione in Libia è tornata al 70 per cento

Paolo Scaroni, dal World Petroleum Congress di Doha, traccia un quadro positivo per il Eni, al termine di un anno caratterizzato dal nodo Libia che ha inciso non poco sui conti del gruppo petrolifero.
La produzione nel Paese nordafricano, fermata nel marzo scorso con l’avvio della rivolta anti-Gheddafi e ripartita il 26 settembre, è ormai tornata al 70% della capacità: Paolo Scaroni ha infatti annunciato che l’Eni è tornata a produrre quasi 200mila barili al giorno, contro i 280mila pre-rivoluzione. E i livelli potrebbero salire ancora, se non verranno messi in discussione i contratti siglati con il vecchio regime: un rischio che però, secondo Paolo Scaroni, è "impensabile", dal momento che "tutti i contratti libici, compresi quelli dell’Eni, sono a lungo termine e sostenuti da arbitrati internazionali". Quindi, ha aggiunto, "credo sia impensabile per tutti i Paesi petroliferi, Libia compresa, cambiare questi meccanismi giuridici", anche perchè la priorità dei libici è di tornare alla produzione piena il più rapidamente possibile. Cambiare i contratti, quindi, "non è nell’interesse di nessuno".
La situazione in Libia, quindi, sta tornando alla normalità e non desta particolari preoccupazioni. Qualche allarme in più potrebbe sorgere invece in Iran, ma non tanto per il possibile bando europeo al greggio proveniente dal Paese del Golfo, di cui l’Eni potrebbe fare a meno per le proprie raffinerie. Il problema, ha sottolineato Paolo Scaroni, sta nei 2 miliardi di dollari di credito che Eni vanta nei confronti di Teheran come pagamento per la produzione passata. Paolo Scaroni, in ogni caso, è convinto che, alla fine, "questo tipo di transazioni saranno esentate da qualsiasi sanzione", perchè "c’è una differenza tra l’importazione di petrolio e il pagamento in petrolio per attività precedenti".
Al di là dei paesi ‘storicì per l’Eni, lo sguardo del gruppo è rivolto in questo momento in particolare al grande giacimento di gas del Mozambico, su cui il piano di sviluppo prevede un investimento di 50 miliardi di dollari. Paolo Scaroni ha confermato l’impegno, aggiungendo che la produzione del combustibile partirà entro il 2018: "La nostra impressione – ha detto – è di essere di fronte a uno dei più generosi giacimenti visti nella nostra storia in termini di gas", un sito "ben posizionato per rifornire l’Asia di gas naturale liquefatto".

venerdì 25 novembre 2011

Paolo Scaroni: Libia tornata per noi business as usual

Paolo Scaroni, l'a.d. dell'Eni, parlando a margine della presentazione di una mostra a Palazzo Marino, ha dichiarato: "In Libia abbiamo gia' ripreso la nostra attivita' in modo molto soddisfacente ed anche piu' rapidamente delle nostre piu' rosee previsioni. Per noi e' tornata business as usual".

Rispondendo poi a chi gli chiedeva se i vertici Eni avessero gia' avviato contatti con il nuovo ministro del petrolio libico, Scaroni ha risposto che "ci siamo gia' incontrati un sacco di volte nelle ultime settimane ed andremo ad incontrare il nuovo governo nelle prossime".

Non preoccupa Scaroni il fatto che il nuovo ministro e' stato in passato un dirigente proprio dell'Eni. "E' anche facile, visto che siamo la prima compagnia del paese", ha replicato il top manager. "Abbiamo avuto tante persone che lavorano con noi e quando uno diventa ministro, fa il ministro del suo paese e si dimentica di quello che era prima, come e' giusto che sia".

In merito alle questioni che riguardano la politica italiana, infine, Paolo Scaroni ha spiegato di non aver incontrato Mario Monti. "Lo conosco da tempi immemorabili, ma ora ha cose piu' importanti di cui occuparsi".

mercoledì 23 novembre 2011

Paolo Scaroni incontra il Presidente della Repubblica dell'Angola

Paolo Scaroni, Amministratore Delegato di Eni, e José Eduardo dos Santos, Presidente della Repubblica dell'Angola, si sono incontrati ieri a Luanda per fare il punto sulle attività e sui progetti di Eni nel Paese.

Le parti hanno condiviso gli importanti risultati esplorativi recentemente raggiunti da Eni in Angola, tra i quali le scoperte effettuate nel Blocco offshore 15/06, area dall'elevato potenziale minerario, e i progressi raggiunti dalla compagnia nell'implementazione dei progetti in fase di sviluppo.

Inoltre, nell'ambito del tradizionale rapporto di Eni con i Paesi produttori volto a contribuire allo sviluppo industriale ed economico locale, le parti valuteranno eventuali opportunità di nuove iniziative congiunte per l'ulteriore sviluppo del settore degli idrocarburi nel Paese.

L'Angola si conferma come uno dei Paesi chiave nella strategia di crescita organica di Eni. La compagnia è presente nel Paese dal 1980 con una produzione equity di circa 130.000 barili di olio equivalente al giorno.

Leggi il comunicato >>

giovedì 6 ottobre 2011

Paolo Scaroni incontra il presidente della Repubblica del Congo

Paolo Scaroni, l'amministratore delegato di Eni, e Denis Sassou Nguesso, il presidente della Repubblica del Congo, si sono incontrati oggi, nella capitale congolese Brazzaville, per fare il punto sullo stato delle attivita' e sui progetti di Eni nel Paese. Lo rende noto un comunicato.
Eni è presente in Congo dal 1968. La produzione in quota Eni nel 2010 e' stata di 110 mila boe/giorno. (AGI) .

mercoledì 5 ottobre 2011

Paolo Scaroni a confronto con Enrico Mattei

Paolo Scaroni, Amministratore Delegato dell'ENI a confronto con Enrico Mattei, il fondatore dell'Ente Nazionale Idrocarburi.
Questi i protagonisti della puntata di ieri di Fratelli d'Italia, che in un confronto tra ieri ed oggi ripercorre anche la storia del fabbisogno energetico in Italia e dello sviluppo industriale del nostro paese, procedendo anche ad resoconto sulle nostre risorse energetiche, sulla situazione in Nord-Africa e una previsione futura.

lunedì 1 agosto 2011

Paolo Scaroni: risultati solidi per Eni nonostante la Libia

"Il primo semestre del 2011 ha sofferto delle mancate produzioni in Libia che hanno impattato tutti i nostri settori di attivita'. Nonostante la crisi libica ed i costi di approvvigionamento gas, che, nel semestre, non tengono conto dei benefici retroattivi delle rinegoziazioni in corso, Eni ha ottenuto solidi risultati sostenuti, in particolare, dal miglioramento della redditivita' E&P". E' il commento dell'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, ai risultati semestrali. (AGI)

venerdì 29 luglio 2011

Paolo Scaroni: nessuna fretta su Snam

Sull'eventuale cessione di Snam Rete Gas l'Eni ''non ha fretta''. Lo ha ribadito l'ad Paolo Scaroni, nel corso di una conference call sui conti del primo semestre.

Tuttavia, ha aggiunto, ''stiamo lavorando su questo progetto e ci aspettiamo di arrivare nei prossimi mesi con qualche idea''. Scaroni ha comunque ricordato che la normativa italiana consente ad Eni di mantenere la controllata che, oltretutto, ''performa bene''.
(ANSA)

venerdì 15 luglio 2011

Paolo Scaroni incontra Rafael Ramírez

Il Ministro dell'Energia e del Petrolio del Venezuela e Presidente di PDVSA, Rafael Ramírez, e l'Amministratore Delegato di Eni, Paolo Scaroni, si sono incontrati ieri a Caracas per discutere gli importanti progetti comuni tra PDVSA e Eni in Venezuela.

In particolare, si è discusso dello sviluppo del blocco a olio pesante Junín 5, ubicato nella Faja dell'Orinoco, che contiene 35 miliardi di barili di olio in posto certificato ed è operato da due imprese miste (PetroJun í n per la parte upstream e PetroBicentenario per la parte downstream) partecipate al 60% da PDVSA e al 40% da Eni.

Il piano di sviluppo prevede una fase di produzione anticipata con 75.000 barili di olio al giorno a partire da fine 2013, e una fase full field con una produzione di 240.000 barili di olio al giorno dal 2018, insieme alla costruzione di una nuova raffineria sulla costa, a Jose.

Nel meeting di ieri PDVSA ed Eni hanno anche esaminato alcune opzioni per anticipare l'inizio della fase di produzione anticipata al 2012, utilizzando sinergie con installazioni esistenti di PDVSA per trasportare una produzione iniziale lorda compresa tra 7.000 e 10.000 barili di petrolio al giorno. PetroJun í n intende assegnare nel 3 trimestre 2011 i principali contratti di ingegneria per la fase di produzione anticipata (impianto di trattamento e oleodotti) e i contratti per la perforazione. Nel 2011 si prevede di perforare circa 10 pozzi, e di assegnare entro la fine dell'anno il contratto di ingegneria per la parte downstream (raffineria).
Eni ha concordato di finanziare la quota PDVSA dei costi di sviluppo per la fase di produzione anticipata fino ad un totale di 1.5 miliardi di USD.

Come progetto sociale per aiutare il paese, Eni dedicherà una parte del bonus di Junín 5 bonus e fornirà un finanziamento a PDVSA per un totale combinato di 500 milioni di dollari, per costruire una centrale elettrica nella penisola di Güiria.

In Venezuela Eni è co-operatore, con una quota del 50%, nella società operativa Cardon IV, che gestisce il blocco offshore dove è ubicato il giacimento a gas super-giant di Perla. Perla ha oltre 450 miliardi di metri cubi di gas in posto (2,9 miliardi di barili di olio equivalente). Cardon IV ha già terminato l'ingegneria per la fase di produzione anticipata (con circa 10 milioni di metri cubi al giorno di gas) e sta discutendo con PDVSA un accordo per la vendita del gas.

Eni detiene inoltre nel Paese una partecipazione nell'impresa mista Petrosucre (PDVSA 74%, Eni 26%), che opera il giacimento a olio di Corocoro.

martedì 12 luglio 2011

Eni rafforza il suo impegno in Egitto

Il Primo Ministro egiziano HE Essam Sharaf e l'Amministratore Delegato di Eni Paolo Scaroni, riuniti ieri al Cairo, hanno confermato l'impegno di Eni in Egitto come previsto dai recenti accordi.

Le nuove attività prenderanno il via nelle aree del Deserto Occidentale, nel Mar Mediterraneo e nella zona del Sinai, e riguarderanno sia lo sviluppo, attraverso la trivellazione di pozzi aggiuntivi e l'accelerazione della produzione da nuove scoperte, sia l'esplorazione, dalla trivellazione di 12 pozzi di esplorazione.

Con queste attività aggiuntive, gli investimenti di Eni in Egitto per il corrente e successivo anno ammonteranno approssimativamente a 3 miliardi di dollari. Eni inoltre sosterrà un piano di formazione per lo staff egiziano nelle joint ventures con Egpc, Petrobel e Agiba. Inoltre, in accordo con il Ministero del Petrolio, Eni sosterrà, tramite attività sociali, la comunità del Sinai.

Eni è il primo operatore internazionale in Egitto con una produzione di 500 mila boe al giorno.

lunedì 11 luglio 2011

Paolo Scaroni incontra Essam Sharaf

Paolo Scaroni conferma l'impegno di Eni in Egitto, come previsto dai recenti accordi: e' emerso nel'incontro avvenuto oggi al Cairo tra il primo ministro egiziano, Essam Sharaf, e l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni. "Le nuove attivita' - spiega una nota - prenderanno il via nelle aree del Deserto Occidentale, nel Mar Mediterraneo e nella zona del Sinai, e riguarderanno sia lo sviluppo, attraverso la trivellazione di pozzi aggiuntivi e l'accelerazione della produzione da nuove scoperte, sia l'esplorazione, dalla trivellazione di 12 pozzi di esplorazione. Con queste attivita' aggiuntive, gli investimenti di Eni in Egitto per il corrente e successivo anno ammonteranno approssimativamente a 3 miliardi di dollari. Eni inoltre sosterra' un piano di formazione per lo staff egiziano nelle joint venture con Egpc, Petrobel e Agiba. Inoltre, in accordo con il ministero del Petrolio, sosterra', tramite attivita' sociali, la comunita' del Sinai".
(RADIOCOR: http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-955228/eni-conferma-impegno-egitto/)

mercoledì 29 giugno 2011

Israele. Paolo Scaroni: "Presto diventerà potenza energetica"

Israele presto diventerà una potenza energetica. A sostenerlo è stato l’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, in occasione della presentazione a Montecitorio del libro “Petrolio, la nuova geopolitica del potere” di Giancarlo Elia Valori. "Israele presto diventerà una potenza energetica: a largo delle coste di Israele, Libano e Cipro c'e' infatti un tratto di mare dove sono state fatte grandi scoperte di gas – ha osservato l’ad dell’Eni -. Questo permetterà a Israele di diventare autosufficiente dal punto di vista energetico, anzi potrà addirittura esportare il gas”.

Per il Paese si tratterà, ha aggiunto Paolo Scaroni, di “un grosso cambiamento rispetto ad ora che dipende dalle importazioni dall'Egitto, un paese amico ma – ha precisato - non da sempre". E per l’Italia, per l’Europa e per l’intero Occidente è oggi più che mai fondamentale trovare nuove fonti di approvvigionamento energetico, vista anche la richiesta che arriva ai tradizionali Paesi produttori dalle nuove economie emergenti. Lo stesso Paolo Scaroni ha sottolineato ad esempio che il gas russo attualmente è “ambito a est, da potenze come Cina e India”. Questi Paesi, esattamente come l’Europa, cercano di ridurre la dipendenza dal carbone, e far fronte così alle richieste di riduzione delle emissioni di Co2, sostituendolo con il gas. “E noi europei – ha avvertito Paolo Scaroni - dobbiamo guardare con molta attenzione a tali dinamiche perché se il gas siberiano dovesse essere diretto verso est il nostro futuro energetico diventerà più complicato". Un tema centrale è anche quello delle pipeline: in particolare il Nabucco, il gasdotto che collegherà l’Arzebaijan con l’Europa attraverso la Turchia. Si tratta, ha detto Paolo Scaroni, “di una alternativa, o forse un sogno, al gas russo” e che, secondo Valori, vedrà tra i suoi fornitori l’Iran. “Ce lo auguriamo tutti – ha affermato a questo proposito l’ad dell’Eni - ma i tempi non sono maturi, dovremo attendere ancora per vedere l’Iran nel novero dei fornitori del Nabucco. Certamente – ha aggiunto – il futuro del Nabucco è strettamente legato a quello dell’Iran perché solo con le forniture dell'Azerbaijan credo non si giustifichi l'investimento di 20 miliardi di euro". Anche per l’ex presidente del Consiglio, Massimo D’Alema, il primato dell’occidente nel controllo delle fonti energetiche è oggi “messo in discussione” dalle economie emergenti. E questo, ha indicato, avviene in un momento in cui il nucleare è “in crisi” anche a causa della tragedia di Fukushima: per questo il controllo sul petrolio, sul carbone e sul gas, ha affermato D’Alema, è “ancora più strategico”. Dunque, se i rapporti con i tradizionali Paesi produttori come la Russia restano centrali, diventano importanti anche quelli con le “potenze energetiche emergenti” come Venezuela e Brasile. Ma, ha spiegato, ancora più cruciale è “pensare ad una partnership diversa” con i Paesi dell’altra sponda del Mediterraneo e del Golfo interessati dai sommovimenti. Ci troviamo infatti di fronte, ha detto l’ex premier, “ad una grande rivolta che ha messo finora all’angolo il pericolo fondamentalista, proponendo valori comuni a quelli europei. Ma – ha avvertito - un moto democratico e non fondamentalista è inevitabile che determini anche un forte sentimento nazionalista che metterà in campo partner meno accomodanti rispetto alle vecchie oligarchie”, con i quali l’Europa è riuscita a dialogare in passato soprattutto in campo energetico. La nuova classe politica “vorrà avere un controllo” sulle risorse energetiche “e dunque dovremo pensare a partnership diversa” perché dall’altra parte del tavolo l’Europa troverà “interlocutori nuovi, forse anche migliori, ma sicuramente meno accomodanti”. Sotto questo profilo, ha detto invece il finanziere franco-tunisino, Tarak Ben Ammar, bisogna approfittare dal fatto che le rivoluzioni arabe sono rivoluzioni libere e che non sono state fatte con ''slogan anti occidentali'' o ''anti sionisti''. ''Sono state rivoluzioni fatte da sole, senza l'appoggio del radicalismo islamico e dell'occidente''. I giovani tunisini, ha aggiunto Ben Ammar, ''hanno manifestato chiedendo liberta', dignita' e lavoro. Ora hanno la liberta' e la dignita'. Ora serve il lavoro e senza lavoro non ci sara' democrazia''. Per questo, ha sottolineato, “serve aiutare ora piu' che mai questi paesi arabi”. Ma lo devono fare “i paesi arabi stessi: non dobbiamo chiedere all'Europa ma dobbiamo chiedere ai paesi arabi che hanno i mezzi''. Altrimenti, il pericolo è che le rivoluzioni arabe “diventino ostaggio del radicalismo islamico''. Per quanto riguarda il petrolio, secondo il presidente della Commissioni Affari Esteri del Senato, Lamberto Dini, l’interesse dei grandi paesi produttori ed esportatori è che “non si sviluppino le energie alternative”: il loro obiettivo è infatti quello di “mantenere il petrolio la principale fonte di energia”. Dini, in particolare, ha insistito sulla necessità dell’utilizzo dell’energia nucleare, “responsabile della produzione di circa il 16% di tutta energia elettrica mondiale”. Anche perché “una diminuzione della produzione elettrica su base nucleare non può che portare ad aumento prezzi petrolio”, ha concluso Dini facendo riferimento ai continui rialzi del prezzo dei barili.
(FocusMO)

giovedì 16 giugno 2011

Paolo Scaroni: L’Italia ha scelto di andare a tutto gas

Gli italiani, con il voto al referendum, hanno deciso di ‘’mettere una pietra sopra al nucleare’’ per i prossimi anni e di ‘’andare a tutto gas’’ e per questo e’ importante assicurarsi la sicurezza degli approvvigionamenti e delle infrastrutture. E’ quanto ha affermato l’ad di Eni Paolo Scaroni nell’audizione al Parlamento Ue rilevando comunque come la scelta di abbandonare il nucleare ‘’non e’ detto che venga fatta anche dagli altri paesi’’ visto che lo stesso Giappone non intende dismetterlo.

‘’E’ una scelta che hanno fatto i cittadini italiani – ha rilevato – e non e’ discutibile’’ ricordando di aver piu’ volte escluso che Eni potesse parteciparvi. L’ad ricorda comunque come gli italiani ‘’hanno un rapporto difficile con il nucleare e con ogni altra opera ‘invasiva’ come discariche, autostrade o inceneritori’’. Paolo Scaroni ha poi risposto di non sapere se il nucleare fra diversi anni potra’ essere piu’ conveniente rispetto al gas ‘’non so quale sara’ il prezzo del gas e percio’ non posso dire se il prezzo per Kw/h sia piu’ basso di quello prodotto con il nucleare’’.

(Ecquo)

mercoledì 8 giugno 2011

Giuseppe Recchi e Paolo Scaroni assegnano gli Eni Award 2011

Il Presidente di Eni Giuseppe Recchi e dell'Amministratore Delegato di Eni Paolo Scaroni hanno assegnato gli Eni Award 2011.
La cerimonia di premiazione si è tenuta nel Salone delle Feste del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Ecco il video della premiazione:

venerdì 6 maggio 2011

Il cda Eni nomina Paolo Scaroni Amministratore Delegato e i componenti dei comitati consiliari

Il Consiglio di Amministrazione di Eni ha oggi nominato Amministratore Delegato e Direttore Generale Paolo Scaroni, al quale ha conferito i poteri di amministrazione della Società con esclusione di specifiche attribuzioni che il Consiglio si è riservato, oltre a quelle non delegabili a norma di legge.
Il Consiglio di Amministrazione di Eni ha confermato al Presidente, Giuseppe Recchi, le deleghe, previste dallo Statuto, per l'individuazione e la promozione di progetti integrati ed accordi internazionali di rilevanza strategica.
Sulla base delle dichiarazioni rese dagli Amministratori e delle informazioni a disposizione della società, il Consiglio di Amministrazione ha accertato in capo a tutti i consiglieri il possesso dei requisiti di onorabilità e l'assenza di cause di ineleggibilità e incompatibilità, come richiesto dalla normativa vigente in relazione allo svolgimento del proprio ruolo, nonché il possesso da parte di tutti i consiglieri, escluso il Presidente e l'Amministratore Delegato (e in particolare, dei Consiglieri Gatto, Lorenzi, Marchioni, Petri, Profumo, Resca e Taranto), dei requisiti di indipendenza previsti dalla normativa vigente e dalCodice di Autodisciplina.
In particolare, con riferimento al rapporto di coniugio che il Consigliere Profumo ha con un dipendente della società, ha ritenuto che questo non pregiudichi assolutamente i requisiti di indipendenza previsti dal Codice di Autodisciplina, in considerazione del rigore etico e professionale e della reputazione internazionale riconosciuti al Consigliere.
Il Consiglio ha inoltre nominato Mario Resca (con la carica di Presidente), Carlo Cesare Gatto, Roberto Petri e Alessandro Profumo componenti del Compensation Committee, tutti non esecutivi e indipendenti ai sensi del Codice di Autodisciplina; Alessandro Lorenzi (con la carica di Presidente), Carlo Cesare Gatto, Paolo Marchioni e Francesco Taranto componenti del Comitato per il Controllo Interno, tutti non esecutivi e indipendenti ai sensi del Codice di Autodisciplina; Alessandro Profumo (con la carica di Presidente), Alessandro Lorenzi, Paolo Marchioni, Roberto Petri, Mario Resca e Francesco Taranto componenti dell'Oil - Gas Energy Committee, tutti non esecutivi e indipendenti ai sensi del Codice di Autodisciplina.
Il Consiglio ha altresì accertato il possesso dei requisiti di professionalità e onorabilità dei sindaci di cui al D.M. 30 marzo 2000, n. 162, come specificati dall'art. 28.1 dello statuto, nonché dei requisiti di indipendenza previsti dalla legge e dal Codice di Autodisciplina di Eni.

mercoledì 9 marzo 2011

Eni: Scaroni, continueremo a produrre gas in Libia per il popolo

Alcuni impianti in Libia sono "sotto il controllo di nessuno". Cosi' l'a.d. di Eni Paolo Scaroni sottolinea al Financial Times alcune problematiche legate alla crisi libica. Nel paese scosso dalla guerra, l'Eni continua a collaborare con la National Oil Company per produrre greggio e gas. "E' per il popolo libico - sottolinea il numero uno del colosso italiano, Paolo Scaroni - penso che se possiamo produrre gas per il mercato domestico questo e' positivo". Tuttavia, aggiunge, "se la comunita' internazionale ci dicesse di non produrre in Libia noi fermeremmo le operazioni".

L'Eni produce oggi circa 100.000 barili al giorno di petrolio equivalente, precisa Scaroni, contro i 270.000 estratti prima della rivolta. Oltre la meta' della produzione del giacimento di Wafa, nella deserto a sud di Tripoli, e' data da gas che va a rifornire le stazioni di servizio. Alla domanda se l'impianto sia sotto il controllo delle forze del regime o dei rivoltosi, Paolo Scaroni precisa che si trova in una zona molto desertica, appunto, "sotto il controllo di nessuno".
(MF-DJ)

mercoledì 26 gennaio 2011

Paolo Scaroni firma accordo con Petrochina

Paolo Scaroni ha firmato venerdì a Pechino un memorandum of understanding con Jiang Jiemin, presidente di Cnpc-Petrochina, la più grande oil company quotata al mondo, per nuove opportunità di business in Africa e Nord America.
L'operazione ha incontrato i favori del mercato (leggi articolo sui mercati di Sauro Dozzini) con il titolo che ha chiuso in guadagno dell'1,97% a 17,64 euro.

L'intesa tra Paolo Scaroni e Jiang Jiemin prevede il rafforzamento reciproco per avviare operazioni nel ramo degli idrocarburi convenzionali e non in Africa, mentre Eni metterà a disposizione le proprie competenze nel gas shale maturate in Nord America.

Lo shale gas è un gas naturale ricavato da particolari rocce sedimentarie, per lo più argilla, che si sono formate in centinaia di milioni di anni e si può estrarlo fratturandole. Il più grande potenziale giacimento del mondo è negli Stati Uniti, tra lo stato di New York e la Virginia, segue appunto la Cina che sta iniziando adesso le prime esplorazioni.

La collaborazione tra Eni e Petrochina riguarderà anche il settore delle tecnologie avanzate e lo sfruttamento delle risorse di olio e gas non convenzionali.

Un importante passo avanti per la società di Paolo Scaroni in Medio Oriente (dove è attivo fin dal 1984), in un'area geografica in continua espansione (anche nel 2010 la Cina è cresciuta del 10,5%, attraendo investimenti diretti dall'estero per 105 miliardi di dollari, un primato mondiale).

Nel Mar cinese meridionale, la società, attraverso Eni-China, è co-operatore assieme a Cnooc e Chevron del consorzio Cact, che assicura all'azienda un approviggionamento quotidiano di 12 mila barili di olio equivalente. Soglia che potrebbe aumentare grazie all'avvio di nuovi giacimenti nell'anno in corso.

(da Agoravox: "L'Eni si rafforza in Cina")

giovedì 13 gennaio 2011

Gas: Paolo Scaroni, sicurezza Ue si fa con interconnessione reti

"Sono convinto assertore che il modo migliore per garantire la sicurezza e' completare l'interconnessione delle reti energetiche in Europa".

Lo ha detto l'a.d. di Eni, Paolo Scaroni, riferendosi alla direttiva europea sul gas, in particolare sull'unbundling proprietario e organizzativo: "noi siamo favorevoli alla soluzione francese e tedesca, che garantisce una omogeneita' nel modo di procedere sul piano continentale".

Parlando in particolare della Germania, Paolo Scaroni ha voluto ricordare che "abbiamo interessi identici sull'utilizzo del gas, che e' l'unico combustibile fossile che consente di realizzare gli obiettivi di Kyoto"
(MF-DJ)

martedì 11 gennaio 2011

Paolo Scaroni "con USA rapporti impostati sulla trasparenza"

Pace fatta fra gli Stati Uniti e l'Eni, all'indomani della proclamazione di una "fase di dialogo costruttivo" da parte dell'ambasciatore americano a Roma, David Thorne.

Il numero uno del Case a sei zampe, Paolo Scaroni, dalle pagine de La Stampa risistema i rapporti diplomatici, dopo il polverone sollevato dai rapporti WikiLeaks, sottolineando che fra la società petrolifera italiana e gli Stati uniti c'è sempre stato un "rapporto di trasparenza, non di sudditanza, che alla fine si è dimostrato vincente".

Quanto ai temi delicati, quali l'Iran e la Russia, Paolo Scaroni sottolinea che le idee sono state "diverse non divergenti". In fondo, l'Eni è presente nei due Paesi da decenni e nel caso dell'Iran c'erano contratti che andavano rispettati.

In merito al progetto South Stream, Paolo Scaroni assicura che si tratta di una buona scelta commerciale e che nulla ha da temere il progetto Nabucco, che si propone di trasportare gas non russo. La convergenza? Un tema preso in considerazione e poi abbandonato a causa della lentezza dell'avanzamento del progetto Nabucco.
(Teleborsa)