mercoledì 24 dicembre 2008

Scaroni: intesa coi consumatori

Paolo Scaroni ha firmato il Protocollo di Intesa sui conguagli per i contatori di uso domestico, insieme a Italgas e le Associazioni dei Consumatori CNCU. In una nota Scaroni ha sottolineato che l’intesa “nasce dalla volontà di tutelare i Consumatori a seguito delle verifiche promosse da Italgas sull'affidabilità nel tempo della misura dei contatori domestici”.

Ai clienti cui non è stato ancora sostituito il contatore Eni riconoscerà in bolletta uno sconto pari all'1,31% fino alla sostituzione e un conguaglio riferito ai consumi degli ultimi due anni anch'esso pari all'1,31% per anno. Inoltre, lo stesso sconto calcolato sui consumi dell’ultimo anno verrà applicato ai clienti che hanno cambiato il contatore nel corso dell'ultimo anno. La percentuale applicata si basa sullo scostamento medio più alto rilevato per i contatori con 35 anni di età, su un campione analizzato dalla Seconda Università degli Studi di Napoli, i cui risultati sono stati poi condivisi dalle Associazioni firmatarie dell’accordo

martedì 23 dicembre 2008

Eni: è suo il contributo maggiore per la social card

A fronte di una crisi ormai in atto il governo italiano sta correndo al riparo con contromisure per sostenere gli italiani in difficoltà, tra cui la social card, un bancomat sociale che verrà ricaricato automaticamente. Costerà in tutto 450 milioni di Euro, ma di questi la maggior parte è finanziata da alcune società italiane, tra cui l’Eni di Paolo Scaroni che fornisce il contributo più alto, pari a 200 milioni di euro.

lunedì 22 dicembre 2008

2009: incognita per il petrolio

In occasione del London Energy Meeting, ovvero l’incontro tra paesi produttori e quelli consumatori di petrolio, Paolo Scaroni ha dichiarato che la domanda di petrolio potrebbe calare nel 2009, ribadendo che il prezzo “corretto” per favorire sia consumatori sia produttori è di 60-70 dollari al barile. Scaroni ha anche dichiarato che il prezzo basso del petrolio durerà ancora per qualche mese «il che sarà positivo per la spinta che darà all'economia». Intanto l’Opec ha deciso di tagliare la produzione fino a quando i prezzi del greggio non si stabilizzeranno.

Scaroni ottimista nonostante le perdite in borsa

Un venerdì difficile per Eni, quello che ha chiuso la scorsa settimana in Borsa. Il titolo ha infatti ceduto poco più del 4%, posizionando la società di Paolo Scaroni tra i peggiori titoli petroliferi proprio quando l’AD prevede margini di raffinazione del petrolio in flessione per il 2009 a causa della contrazione dei consumi. I prezzi del petrolio secondo Scaroni dovrebbero rimbalzare se l’Opec tagliasse la produzione in modo efficace. Rimane dunque ancora fiducioso e ottimista, assicurando ancora una volta che l’Eni non ha in programma alcuna variazione ai propri progetti, nonostante la crisi a livello globale e la discesa vertiginosa del prezzo del greggio.

Eni: in Algeria, nuovo blocco esplorativo

Con l’assegnazione della licenza Kerzaz, l’Eni di Paolo Scaroni rafforza la propria presenza nel Paese. Eni, presente nel Paese dal 1981 con una partecipazione in 24 licenze in produzione e 8 in fase di sviluppo, può contare su una produzione giornaliera equity di 84.000 barili al giorno. La licenza Kerzaz, con un’estensione di 16.000 kmq, conferma l’alto potenziale petrolifero dei bacini sedimentari dell’Algeria.

venerdì 19 dicembre 2008

Eni: avviata produzione Pegasus

A circa un anno dall’approvazione del progetto, l’Eni di Paolo Scaroni ha avviato la produzione del giacimento petrolifero Pegasus nel Golfo del Messico, un giacimento che è stato sviluppato in sinergia con la piattaforma di produzione Allegheny. Eni, operatore di Pegasus con il 58%, si conferma così il principale produttore nell’area, rafforzando il proprio ruolo grazie alla propria competenza tecnologica e all’esperienza acquisita nello sviluppo di progetti in acque profonde.

L’Opec taglia la produzione

Come preannunciato, l’Opec ha deciso di tagliare la produzione, per aumentare il prezzo del greggio in borsa, ormai sceso a quota 40 dollari il barile. Paolo Scaroni ha dichiarato più volte nel corso degli ultimi mesi che il petrolio doveva attestarsi introno ai 60 -70 dollari, in modo da poter essere un costo sostenibile dal consumatore finale, senza penalizzare lo sviluppo economico. Al contempo una tale quotazione avrebbe permesso la ricerca di nuovi pozzi, cosa che non accade invece con l’attuale costo del greggio.

Scaroni: a tutela dell’ambiente incentivi nel Ravennate

Grazie all’intervento di Eni il comune di Ravenna e le associazioni Cna e Confartigianato hanno raggiunto un accordo per concedere incentivi alle imprese artigiane e alle piccole imprese che decideranno di acquistare veicoli commerciali a metano, della classe Euro 4 o superiore. Gli incentivi verranno erogati anche nel caso in cui i veicoli acquistati siano a benzina, ma integrati dell’impianto a metano durante la fase di preimmatricolazione. L’intervento dell’Eni rientra anche in questo caso nel progetto di risanamento ambientale che sta portando avanti nell’ultimo anno.

giovedì 18 dicembre 2008

Eni: nel 2009 i primi test per lo stoccaggio di CO2

Durante 14esima Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici di Poznan, in Polonia, si è parlato anche dei progetti, tutti italiani di stoccaggio di CO. Qualche mese fa, Paolo Scaroni di Eni aveva firmato insieme ad Enel e al ministro dell’ambiente Prestigiacomo gli accordi per sviluppare il progetto che prevedono la sperimentazione dell'intero processo, dalla cattura della CO2 all'iniezione nel sottosuolo, al monitoraggio e alla verifica della stabilità e della sicurezza del deposito. Proprio durante la conferenza è stato dichiarato che già nel 2009 inizieranno i primi test in Italia. Il primo esperimento di separazione dell'anidride carbonica sarà messo in atto a Brindisi, che costituirà il primo test site italiano.

Il progetto costituisce l’integrazione di due sperimentazioni sperate: da una parte la cattura di CO2 di Enel, dall’altra la realizzazione da parte dell’Eni di Paolo Scaroni di un progetto che prevede l'iniezione di circa 8.000 tonnellate l'anno di CO2 presso il giacimento esaurito di Stogit di Cortemaggiore (Piacenza).

martedì 16 dicembre 2008

Eni: sostenibilità alla Fondazione Mattei

Si è tenuta giovedì scorso alla Fondazione Eni la presentazione del nuovo libro del giornalista Antonio Galdo. Il tema, trattato(e il titolo) è caro alla società di Eni: “Non sprecare”. Eni è infatti impegnata in una campagna di risparmio energetico e di sostenibilità ambientale attraverso il progetto 30percento. Per l’occasione, Micheli, un esponente del mondo finanziario ed economico e don Colmegna, presidende della Casa della Carità di Milano, hanno evidenziato i metodi per raggiungere il risparmio di energia e di risorse, senza per questo penalizzare lo sviluppo. La scelta della location, la Fondazione Enrico Mattei, dedicata alla ricerca e all’educazione, non è stata casuale: infatti, da quando è stato nominato ad di Eni, Paolo Scaroni sta seguendo una strategia duplice per la crescita di Eni e delle società in cui opera. Da una parte, gli accordi e le acquisizioni, in Europa e nel resto del mondo, per potenziare i propri assets, dall’altra la cultura dello sviluppo sostenibile e della cooperazione di matrice matteiana.

Paolo Scaroni si aggiudica due licenze nel mare del nord

Un dicembre intenso per la strategia Eni in Europa. Come si legge in una nota dell’azienda, viene confermato “l'impegno di Eni nell'individuare attivamente le opportunità esplorative e nel contribuire, allo sviluppo delle risorse di petrolio e gas del Mare del Nord”. Una settimana dopo la conclusione dell’acquisizione della Tullow Oil UK Limited, Paolo Scaroni, amministratore delegato Eni, si è aggiudicato infatti anche due licenze per la produzione di idrocarburi dopo il 25° Oil and Gas Licensing Round promosso dal Dipartimento dell’Energia e dei Cambiamenti Climatici della Gran Bretagna. Eni si è aggiudicata, con il 22% una parte del blocco 205/4 nell’area a ovest delle isole Shetland, e una quota uguale nello sviluppo di alcuni blocchi a nord della scoperta denominata Tormore, scoperta che risale a settembre dell’anno scorso. Le due licenze rappresentano una potenziale espansione dell’area di sviluppo da parte della società di Paolo Scaroni. La presenza di Eni in Gran Bretagna risale al 1964. Eni è attiva non solo nella produzione equity con 110.000 barili di olio equivalente al giorno, ma anche nel settore degli stoccaggi.

lunedì 15 dicembre 2008

Scaroni: in difesa dei diritti umani

In occasione del 60° anniversario della Dichiarazione dei Diritti Umani, sottoscritta da 48 paesi il 10 dicembre 1948, anche Paolo Scaroni ha firmato la Ceo statement per i diritti umani insieme ad altri 145 amministratori delegati delle più grandi società internazionali. Dal 2007 l’Eni si è dotata di un nuovo Codice Etico, la carta fondamentale dei valori e dei principi redatta a seguito di un processo di revisione del Codice di Comportamento di Eni. Dopo l’introduzione delle Linee Guida per la tutela e la promozione dei Diritti Umani, l’Eni di Paolo Scaroni ha messo in moto un processo per assicurare coerenza tra i livelli di policy e procedure interne. L’obiettivo principale ad oggi è quello di riuscire a conformare i principi presenti nelle linee guida a tutti gli ambiti di operatività. Ed è in questo contesto che si inserisce il progetto Human Rights Compliance Assessment che intende garantire il rispetto dei diritti umani nei contesti che presentano maggior rischio di violazione e di complicità nella violazione dei diritti umani

Scaroni: acquisizione per lo stoccaggio nel Regno Unito

Paolo Scaroni ha segnato un altro punto nella partita delle acquisizioni. L’operazione conclusa rappresenta un passo fondamentale nella strategia di Eni volta allo sviluppo della capacità di stoccaggio in Gran Bretagna ed Europa.
Paolo Scaroni
ha infatti concluso e definito l’acquisizione della quota del 51,69% dei giacimenti del Mare del Nord inglese e delle relative infrastrutture, incluso il terminale onshore per il trattamento del gas di Bacton, compresi nella Hewett Unit, portandosi ad una quota complessiva pari a più dell’89%.
Tullow Oil Plc ha ceduto a Eni UK Limited la societa' Tullow Oil UK Limited, operatore di Hewett Bacton. A partire dal 1° dicembre la Tullow Oil UK Limited si chiamerà Eni Hewett Limited.

venerdì 12 dicembre 2008

Scaroni alla VI Conferenza degli Ambasciatori

Avrà luogo a Roma, il 17 e 18 dicembre, la VI Conferenza degli Ambasciatori, durante cui saranno discusse tematiche di interesse sia nazionale sia internazionale, quali sicurezza, innovazione e competitività. Sarà il ministro degli Esteri Franco Frattini a presentare l’evento alla Farnesina, prima del messaggio iniziale del Presidente della Repubblica Napoletano.

Interverranno fra gli altri, il capo del servizio segreto militare e Paolo Scaroni, l’amministratore delegato di Eni.

Scaroni: positivo l’interesse della Libia

Il potenziale ingresso della Libia in Eni ha colto di sorpresa, anche per il momento rimangono intenzioni ancora da verificare e soprattutto da limitare. Se mentre secondo Frattini la quota congrua deve essere pari al massimo all’8% per non avere preoccupazioni, Paolo Scaroni Ad dell’Eni si esprime positivamente senza per il momento troppe dichiarazioni, sostenendo che avere nell’azienda un azionista interessato ai risultati che corrisponde anche al primo Paese con cui l’azienda italiana produce petrolio è sicuramente un fatto positivo, anche se a margine di un audizione alla Camera ha voluto evitare qualsiasi commento:"Non mi esprimo mai sugli azionisti, fanno quello che vogliono: siamo l'oggetto, non il soggeto. Gli azionisti, per definizione, mi piacciono tutti. Sono affezionato a chiunque compra azioni Eni”.

giovedì 11 dicembre 2008

Scaroni firma l’accordo sul petrolchimico a Ferrara

Era presente come firmatario anche Paolo Scaroni, ad di Eni, presso la sede del dicastero dello sviluppo economico, dove è stato siglato alla presenza del ministro Scajola, il nuovo accordo con gli orientamenti di sviluppo, di tutela amibientale e di investimenti delle aziende nell’area petrolchimica di Ferrara. Un accordo importante, soprattutto in tempo di crisi, quando l’Italia è in svantaggio rispetto agli altri Paesi europei a causa del costo più alto del metano e dell’energia elettrica.

L’accordo rappresenta l’impegno a proseguire nella riqualificazione del polo chimico di Ferrara: gli investimenti ambientali e produttivi legati all’accordo del 2001 hanno già prodotto infatti, a detta di tutte le parti coinvolte, un consolidamento della realtà industriale, con un netto miglioramento nelle condizioni di sicurezza e in quelle ambientali.

Eni si è impegnata, per quanto riguarda la Turbogas, a diminuire ulteriormente le emissioni atmosferiche di ossidi di azoto rispetto ai vincoli indicati nel 2002 con la Valutazione di impatto ambientale. Una dimostrazione di quanto l’ad Paolo Scaroni continui nella strategia di sviluppo sostenibile che sta contraddistinguendo il suo mandato, rinnovato proprio nel 2008.

mercoledì 10 dicembre 2008

La Libia in Eni

È notizia degli ultimi giorni l’intenzione della Libia di entrare nell’azionariato di Eni. Dopo il ritiro della corsa a Telecom, all’orizzonte si prospetta l’ingresso nella società energetica di Paolo Scaroni: il governo libico ha infatti manifestato a quello italiano l’interesse ad acquisire una partecipazione nel capitale di Eni.

L’operazione verrà messa in atto però solo se non vi saranno obiezioni dalle autorità italiane, e soprattutto compatibilmente con le condizioni di mercato. Sembra inoltre che il governo libico si sia dichiarato consapevole dei limiti all’esercizio di voto stabiliti sia dalla legge del nostro Paese sia dallo statuto di Eni

Il quartier generale di Paolo Scaroni evidenzia come "la società provvederà a informare il mercato di eventuali cambiamenti rilevanti nel proprio azionariato in linea con le regole Consob".

L’interesse del paese islamico si colloca all’interno dello scenario dei rapporti con l’Italia sia a livello governativo sia a livello petrolifero. Ad agosto è stato infatti siglato un patto tra i due governi per chiudere il contenzioso sull'avventura coloniale italiana. A livello petrolifero, Eni ha recentemente rinnovato per altri 25 anni i contratti di esplorazione e produzione su petrolio e gas in Libia, in cui è presente dal 1959. Inoltre, detiene partecipazioni in 6 blocchi produttivi, e una quota di partecipazione del 50% di 4 blocchi di esplorazione. L’Eni di Paolo Scaroni si è confermata così il primo operatore straniero in Libia, grazie all’accordo siglato circa due mesi fa con la NOC controllata dal governo di Tripoli. E sarà proprio la NOC che acquisirà le quote Eni con una cifra complessiva tra i 5 e i 9 miliardi di €.

Il prezzo del petrolio è sceso di più di due terzi negli ultimi mesi

Un calo da record che non si registrava dalla prima guerra del Golfo. Il prezzo del barile era a quota quasi 150 dollari a luglio 2008 mentre ieri, proprio quando le borse hanno registrato un balzo positivo, è arrivato a toccare appena i 42 dollari. L’International Energy Agency ha però già sottolineato un mese fa, come nonostante la discesa vertiginosa del prezzo del petrolio non corrisponde e soprattutto non corrisponderà mai ad un altrettanto calo del prezzo del petrolio al consumatore. Inutile però cercare di fare ulteriori previsioni, così come ha sottolineato già qualche settimana fa l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni: «Fare previsioni sul prezzo del petrolio non è facile e si sbaglia spesso». Con un prezzo però superiore ai 40 dollari, Scaroni esclude cambiamenti nelle decisioni degli investimenti Eni e nei dividendi. Ancora da vedere la reazione dei mercati e delle imprese energetiche al secco taglio ipotizzato dall’Opec.

martedì 9 dicembre 2008

Scaroni alla Prima della Scala

Una prima alla scala così come le migliori tradizioni: colpi di scena, fischi e contestazioni. Come consuetudine milanese il 7 dicembre, Sant’Ambrogio, si è svolta la Prima con il Don Carlo di Giuseppe Verdi. E già con l’alzata di sipario le prime perplessità: il tenore principale era stato sostituito all’ultimo, scegliendo al posto dell’italiano Filanoti l’americano Neill. Una scelta che non ha gradito il loggione, che ha accompagnato la chiusura del sipario con fischi e pochi applausi.

Tra gli inviati non poteva mancare Paolo Scaroni: Eni è stato infatti partner principale della serata inaugurale della stagione artistica del Teatro alla Scala. Era accompagnato dalla moglie e da numerosi ospiti, tutti protagonisti del petrolio internazionale. Sono rimasti insieme anche a cena, al tavolo Eni a Palazzo Marino, proprio sotto il dipinto di Caravaggio, che grazie all’iniziativa di Scaroni, è visibile a tutti fino al 14 dicembre.

Scaroni: Incontro strategico per Eni-Gazprom

Il giorno di Sant’Ambrogio, a San Donato Milanese, Paolo Scaroni ha incontrato il vice premier russo Sechin. Un incontro sì cordiale ma strategico, che si inserisce all’interno del quadro più ampio dell’accordo Eni-Gazprom. I temi trattati infatti hanno ruotato intorno a quello di un rafforzamento della cooperazione tra il nostro Pease e quello di Sechin, attraverso lo sviluppo di possibili collaborazioni tra Saipem e Transneft e tra Enipower e Interrao. Entrambi i paesi sembrano concordare sul fatto che tutti gli accordi Eni Gazprom (South Stream, GazpromNeft e gli asset gas in Siberia Occidentale) verranno implementati quanti prima.

venerdì 5 dicembre 2008

Scaroni: Il vero obiettivo di Kyoto deve essere l’efficienza energetica

Si avvicina la data della ridiscussione a livello europeo dell’attuazione del protocollo di Kyoto, con il governo italiano che cerca di mettere un freno e ridiscutere alcune decisioni ritenute dannose per il sistema italiano. Se finora le critiche erano tutte contro la posizione italiana, ritenuta troppo rigida e campanilista, ora nuove reazioni si stanno facendo sentire, tenendo sempre a mente il fallimento de facto dell’accordo di Kyoto che si è rivelato erroneo perché basato su presupposti irrealistici. Una posizione contro-kyoto che continua a guidare anche Paolo Scaroni, il quale ha sempre affrontato l’argomento come chi lo conosce bene. Durante il convegno del mese scorso, tenutosi a Sesto San Giovanni, ha ribadito tutte le sue posizioni, con la consapevolezza di chi, pur essendo attaccato da più parti, era nel giusto. I limiti evidenziati dal protocollo sono in effetti due, stando all’analisi di Scaroni, inutilità e ingiustizia.

Il primo è l’inutilità del protocollo, poiché “A un problema globale come il cambiamento del clima risponde con un progetto che, contrariamente alle intenzioni originali, globale non è”, stando alle parole dell’Ad dell’Eni. Il problema fondamentale secondo Scaroni è che i limiti restrittivi sono stati individuati e imposti solo a pochi paesi, rispondendo quindi non in termini di globalità, come il problema clima richiederebbe. Il rischio reale è quello di una delocalizzazione di industrie definite emissions intensive in paesi dove non esistono tali vincoli cosicché “le emissioni globali di co2 restano invariate”, con la conseguenza “che i paesi che si autoimpongono questi vincoli perdono in termini di competitività”. Per riuscire ad avere un quadro reale basta considerare i numeri italiani: l’Europa ha un peso pari al 15% sulle emissioni globali. L’obiettivo della riduzione del 20% condurrebbe ad una diminuzione globale solo del 3%, ovvero, stando alle stesse dichiarazioni di Paolo Scaroni: “tutti gli sforzi che farà l’Europa da qui al 2020 porteranno a una riduzione delle emissioni pari a un ottavo dell’incremento nelle emissioni della sola Cina nello stesso periodo”. Scaroni ha fatto riferimento sia agli Stati uniti, che non hanno mai sottoscritto l’accordo, ma che da soli apportano il 22% delle emissioni globali, sia ai Paesi in via di sviluppo che hanno invece aumentato le proprie emissioni del 90% nell’ultimo decennio e che ora pesano per il 40% a livello globale, ma che non sono stati presi in considerazione nel protocollo di Kyoto.

L’ingiustizia del protocollo invece, non solo si rispecchia nel fatto che penalizza l’Europa rispetto a Stati Uniti, Cina e India, ma anche perché all’interno della stessa UE si richiedono sforzi completamente diversi. Il burden sharing agreement, ovvero l’accordo tra i paesi della Ue per suddividere l’impegno di Kyoto, ha fissato obiettivi di riduzione rispetto alla situazione del 1990, favorendo così quei paesi che in quell’anno erano meno efficienti, e penalizzando Paesi come l’Italia che già allora erano virtuosi e che ora devono fare sforzi enormi per conseguire il proprio target di obiettivi.

Velleitari sono anche, secondo Paolo Scaroni, sia gli obiettivi del 20% per la riduzione dell’emissioni di gas serra, sia quelli del raggiungimento di quella quota per le rinnovabili sui consumi primari al 2020. Nel primo caso, “traducendo in numeri assoluti queste percentuali ci si rende conto che un taglio delle emissioni del 20 per cento nel 2020 richiederebbe una riduzione di 1,2 miliardi di tonnellate di co2 equivalente, che significherebbe la chiusura dell’intero parco termoelettrico europeo. E in comune con il resto dei nostri sforzi in tema, non servirebbe nemmeno a molto. Basti pensare che un’eventuale riduzione del 20 per cento del gas serra al 2020 verrebbe vanificata da 51 giorni di normale attività dell’industria cinese”. Il secondo obiettivo è invece velleitario, secondo Paolo Scaroni poiché significherebbe produrre energia da rinnovabili pari ai consumi energetici primari di Italia, Olanda e Belgio. Basti pensare alla Germania, leader nell’utilizzo dell’energia solare che riesce a coprire con i pannelli fotovoltaici solo lo 0,4% dei consumi primari con un costo però pari a circa 7 volte superiore a quello di una centrale a gas.

Paolo Scaroni
ha definito infine il protocollo 20-20-20 “scriteriato” poiché il punto che doveva essere quello fondamentale, ovvero il raggiungimento del 20% di efficienza energetica, è rimasto solo un auspicio senza mai essere stato tradotto in azioni o proposizioni concrete. L’efficienza energetica secondo Scaroni è infatti la vera e propria fonte alternativa, visto che “ non ha emissioni e salvaguarda l’ambiente a costo zero”, ed è ciò che può rendere sostenibili i consumi energetici. L’ad di Eni ha portato come esempio la differenza tra il parco auto Usa e quello europeo: se il primo, quello meno efficiente con 4km/l , riuscisse a portare l’efficienza ai livelli del secondo 13km/l “gli Usa risparmierebbero quattro milioni di barili al giorno di petrolio, cioè l’intera produzione dell’Iran di oggi”.

L’obiettivo deve essere quello di ridefinire il protocollo di Kyoto e le azioni necessarie per raggiungerne gli obiettivi partendo dalla difussione della conoscenza delle potenzialità delle fonti energetiche e del concetto di efficienza energetica. Una posizione, quella di Scaroni, che è condivisa da ambienti totalmente estranei all’industria energetica.


Anche l’associazione “amici della terra”, legata ai radicali, ha un pensiero simile a quello di Scaroni sostenendo che la posizione dell’Italia sia effettivamente corretta, nonostante le modalità siano troppo rigide e apparentemente da aut aut, e che sia necessario rinegoziare il pacchetto Ue poiché le misure sono poche trasparenti e, soprattutto, poco ambientaliste e probabilmente molto politiche.

martedì 2 dicembre 2008

Eni: miglior sito europeo

L’avevamo pre-annunciato qualche settimana fa ma ora è ufficiale. È stata infatti pubblicata la dodicesima edizione europea della ricerca annuale H&H Webranking, all’interno della quale Eni si è guadagnata il primo posto quale miglior sito europeo nella comunicazione finanziaria online, dopo che si era classificata prima tra quelli italiani. Il riconoscimento si va ad aggiungere ai numerosi che in quest’ultimo anno sono stati assegnati alla società e al suo amministratore delegato Paolo Scaroni, e conferma la correttezza della strategia vincente di Eni sul web, che ha arricchito il proprio sito di contenuti, di notizie in real-time, di bilanci e grafici interattivi, e che offre attualmente un alto livello di interattività e completezza.

La classifica è stata stilata sulla base delle risposte ad un questionario, compilato da più di 300 tra analisti, giornalisti e investitori europei, che prendeva in considerazione 150 società per capitalizzazioni d’Europa.

lunedì 1 dicembre 2008

Scaroni porta avanti il modello di sviluppo del fondatore

Eni rappresenta una delle società più solide del nostro Paese, una solidità riconosciuta a livello internazionale attestata da numerosi premi sia alla società sia al suo ad Paolo Scaroni.

Il cane a sei zampe è infatti presente in 70 paesi e contea circa 76.000 dipendenti. Il valore aggiunto è però offerto da un Dna che ha permeato tutta la sua attività da 50 anni di questa parte.

Il merito è stato sicuramente di Enrico Mattei, il fondatore, che ha permesso la crescita di un’azienda con competenze di eccellenza e forti posizioni di mercato a livello internazionale, attraverso l’applicazione di modelli di sviluppo collaborativi con i paesi produttori all’estero e di sostegno sociale nell’azienda stessa. Ed è merito negli ultimi anni dell’ad Paolo Scaroni che ha rispettato tali principi, attuandoli sia nel contesto italiano sia in quello internazionale. Alcuni punti sono sempre rimasti costanti per Scaroni: l’impegno nella formazione e nella cultura sia nel nostro paese sia all’estero. La fondazione Enrico Mattei ricopre ancora oggi un ruolo importante per la ricerca e la cultura, così come l’apertura di master, la formazione aziendale o gli incontri all’università.