È notizia degli ultimi giorni l’intenzione della Libia di entrare nell’azionariato di Eni. Dopo il ritiro della corsa a Telecom, all’orizzonte si prospetta l’ingresso nella società energetica di Paolo Scaroni: il governo libico ha infatti manifestato a quello italiano l’interesse ad acquisire una partecipazione nel capitale di Eni.
L’operazione verrà messa in atto però solo se non vi saranno obiezioni dalle autorità italiane, e soprattutto compatibilmente con le condizioni di mercato. Sembra inoltre che il governo libico si sia dichiarato consapevole dei limiti all’esercizio di voto stabiliti sia dalla legge del nostro Paese sia dallo statuto di Eni
Il quartier generale di Paolo Scaroni evidenzia come "la società provvederà a informare il mercato di eventuali cambiamenti rilevanti nel proprio azionariato in linea con le regole Consob".
L’interesse del paese islamico si colloca all’interno dello scenario dei rapporti con l’Italia sia a livello governativo sia a livello petrolifero. Ad agosto è stato infatti siglato un patto tra i due governi per chiudere il contenzioso sull'avventura coloniale italiana. A livello petrolifero, Eni ha recentemente rinnovato per altri 25 anni i contratti di esplorazione e produzione su petrolio e gas in Libia, in cui è presente dal 1959. Inoltre, detiene partecipazioni in 6 blocchi produttivi, e una quota di partecipazione del 50% di 4 blocchi di esplorazione. L’Eni di Paolo Scaroni si è confermata così il primo operatore straniero in Libia, grazie all’accordo siglato circa due mesi fa con la NOC controllata dal governo di Tripoli. E sarà proprio la NOC che acquisirà le quote Eni con una cifra complessiva tra i 5 e i 9 miliardi di €.
mercoledì 10 dicembre 2008
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