venerdì 31 ottobre 2008

Paolo Scaroni riceve il premio "Petroleum Executive of the Year 2008"

Paolo Scaroni è il primo italiano ad ottenere il prestigioso Premio assegnato da Energy Intelligence in collaborazione con l'International Herald Tribune, universalmente ritenuto il più importante riconoscimento nell'ambito dell'industria petrolifera. Il Petroleum Executive premia ogni anno il top manager che si e' maggiormente distinto, secondo la valutazione dei suoi omologhi, per il contributo all'intera industria petrolifera. A proporre le candidature al premio sono i numeri uno di oltre 100 tra le più importanti società petrolifere del mondo. La selezione finale spetta poi a una giuria composta dai vincitori delle precedenti edizioni.

Incontro Eni, Enel, Gazprom su attivita' in Russia

Le parti hanno sottoscritto gli accordi per lo sviluppo degli asset russi di Arctic Gas e Urengoil. In vista dell'incontro tra il Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi e il Presidente della Federazione Russa Dimitrij Medvedev il prossimo 6 novembre a Mosca, nell'ambito del Gruppo di consultazione intergovernativa ITALIA-RUSSIA, l'Amministratore Delegato di Eni, Paolo Scaroni, l'Amministratore Delegato di Enel, Fulvio Conti e il Presidente di Gazprom, Alexey Miller, si sono incontrati oggi a Roma per definire gli ulteriori sviluppi nell'implementazione della partnership tra le tre aziende.

In particolare, le parti hanno sottoscritto gli accordi per lo sviluppo degli asset russi di Arctic Gas e Urengoil. Sono state inoltre firmate le intese che impegnano Gazprom a entrare nel capitale di Severenergia, come previsto dall'accordo strategico del 2006.

Eni, Enel e Gazprom lavoreranno da subito per l'approvazione dei piani di sviluppo degli asset e il conseguente adeguamento delle licenze minerarie.

giovedì 30 ottobre 2008

Eni: Integrazione dell’accordo con il kazakhstan

Paolo Scaroni volerà stasera ad Astana, che dal 1997 è la capitale del Kazakhistan, per firmare l’accordo definitivo sul maxigiacimento kazako di Kashagan con il governo kazako. Questo nuvo accordo a distanza di 10 mesi dal primo segnerà il raddoppio della partecipazione del consorzio kazako facendo scendere contemporaneamente quelli del colosso italiano, ch cederà il ruolo di operatore dopo l’avvio delle operazioni di produzione. L’accordo si manifesta come integrazione all’accordo di prodction sharing siglato a gennaio 2008.

Secondo l’Ad di Paolo Scaroni, il primo greggio della regione verrà prodotto negli ultimi mesi del 2012 con l’estrazione di 150000 barili al giorno.

Eni- innovazione tecnologica environment-friendly

Negli ultimi anni l’utilizzo del greggio nei consumi energetici degli italiani è scesa del 12% a favore di un aumento a favore di quello dell’uso di gas naturale e di fonti rinnovabili.

Contemporaneamente i grandi operatori energetici stanno investendo in impianti più ecologici per ottimizzare la lavorazione in modo da adeguarla alla domanda di prodotti più puliti.

Nel panorama degli investimenti eco-tecnologici, la parte del Leone in Italia è sicuramente ricoperta dall’Eni di Paolo Scaroni, sempre alla ricerca dell’innovazione tecnologica della strategia e prodotti environment-friendly, tanto che nel 2007 è stata elencata nel FTSE4 good index, nel Dow Jones sustainability world index.

L’intenzione di Eni è quella di sviluppare tecnologie proprietarie in tutti i settori in cui opera. In particolare, nel midstream, il colosso energetico ha sviluppato una tecnologia proprietaria -Est-Eni slurry technology- in grado di convertire il petrolio pesante e semi-pesante in semi-distillati riducendo a zero la produzione di residui e che derivano dalla raffinazione non convenzionale.

Presso la raffineria di Sannazzaro, sarà operativo nel 2012 un impianto basato su questa tecnologia che dovrà produrre più di 20mila barili al giorno di un liquido leggero per la raffinazione.

mercoledì 29 ottobre 2008

Intervento di Paolo Scaroni alla Oil&Money 08

Paolo Scaroni durante il convegno Oil&Money a Londra ha ribadito ciò che da più mesi dichiara: la crisi economica e i prezzi del greggio non fermeranno i piani di Eni.
''Il nostro piano di investimenti lo stiamo formulando in questi mesi - ha spiegato - ma tutti i progetti approvati finora devono passare il test degli scenari 2008-2012” anche se “non ci attendiamo revisioni del nostro piano”. Alcuni progetti in via di sperimentazione potrebbero invece risentire dell’andamento del greggio.
Durante la tavola rotonda con Shokri Gahnem, numero uno della libica National Oil Corporation, ha invece dichiarato che Eni si muove indipendentemente dal prezzo del barile per fissare quelli della benzina e del gasolio. Paolo Scaroni ha ribadito che la sua società segue strettamente l’indice di Platt’s, l’agenzia -e il relativo giornale- che stabilisce le quotazioni internazionali che dovranno essere utilizzati dagli Operatori Petroliferi per elaborare i prezzi del gasolio e della benzina.
Da parte sua, il numero uno libico non commenta né smentisce che possano esistere ripercussioni nei rapporti Libia-Italia e quindi con ENI, pur confermando il disappunto all’interno del suo paese: "Ci sono molte persone infastidite dalla situazione in Italia ma non posso commentare oltre quello che sta accadendo in questa fase".
L’accordo che l’Eni di Paolo Scaroni ha siglato l’ottobre scorso per 28 miliardi di dollari potrebbero così risentire di una rivalutazione dopo quanto accaduto in Italia con Calderoni.

martedì 28 ottobre 2008

Le aziende italiane e la crisi finanziaria

La crisi economica e finanziaria sta mettendo a dura prova le aziende italiane, con le borse che già in apertura segnano spesso indici negativi, anche se stamani il Mibtel ha aperto con un rialzo di più 3,5% a dispetto delle borse Europee.
Anche Eni sta vivendo un momento borsistico altalenante, soprattutto a causa dei titoli legati al mercato petrolifero che soffrono in seguito alla riduzione delle stime sul prezzo del greggio. L’Eni di Paolo Scaroni rimane comunque un ‘Buy’, cioè da comprare, secondo gli esperti sia di Banca Akros sia di Deutsche Bank. I guadagni di Eni hanno infatti beneficiato della politica di acquisizione del gruppo. Il colosso italiano è inoltre avvantaggiato della debolezza dell’euro e dall’avvio, previsto nel 2010 di nuovi impanti legati all’acquisto della First Calgary Petroleum.

Come più volte dichiarato anche da Paolo Scaroni, il gruppo manterrà i propri investimenti qualora il prezzo del petrolio oscilli tra gli 80 e i 100 dollari al barile.

Eni sta inoltre beneficiando del trend positivo dell’ultimo anno che a fine luglio ha fatto registrare un incremento del più 39%, con un utile netto di 6,76 miliardi di euro. L’Ad di Eni aveva così commentato il risultato “In questo primo semestre Eni raggiunge risultati record grazie al tasso di crescita della produzione più elevato del settore e all'aumento dei prezzi del petrolio", aggiungendo: “Continuiamo a creare valore e a crescere con accordi strategici nell'exploration & production e con l'acquisizione di Distrigaz nel gas & power".

lunedì 27 ottobre 2008

Paolo Scaroni alla Oil&Money Conference 08

Interverrà domani a Londra Paolo Scaroni AD dell’Eni alla Oil&Money Conference 08 affrontando anche un dibattito con Shokri Ganhem presidente della libica National Oil Corp (NOC).
La Oil & Money Conference 2008, che si terrà domani e mercoledì è l’annuale summit industriale dove i più influenti decision-makers affrontano le tematiche macroeconomiche e geopolitiche che stannno influenzando le industrie energetiche.

I dibattiti di questa edizione ruoteranno intorno al tema “Le nuove realtà degli alti costi del petrolio”, e soprattutto su come questi avranno un impatto sull’economia mondiale sempre più fragile.

Paolo Scaroni è stato insignito a marzo 2008 del Petroleum Executive Award 2008, premio conferito da Energy Intelligence e dall’International Herald Tribune che gli verrà consegnato proprio domani durante la conferenza.

venerdì 24 ottobre 2008

Eni ancora al tavolo del governo

Nuovo incontro a Villa Madama tra il premier italiano e una cinquantina di leader imprenditoriali del panorama italiano. Si sono incontrati per discutere, secondo i toni che contraddistinguono Berlusconi, della situazione mondiale e della crisi finanziaria in Italia, per capire anche come le banche si stanno rivolgendo alle grandi imprese. L’intenzione è infatti di costituire un canale aperto tra chi traina il PIL e chi agisce nel governo, un modo per avere consiglieri d’eccezione: gli imprenditori dell’economia reale.

Era già accaduto a luglio di quest’anno, quando all’incontro l’AD di ENI, Paolo Scaroni, insieme ad altri illustri, aveva esposto le proprie richieste. E proprio Eni ed Enel, le due aziende a partecipazione pubblica, sono state più volte oggetto di un esplicito appello ai risparmiatori del premier, intervenuto più volte a sostegno del corso delle azioni nei momenti più difficili della borsa italiana.

giovedì 23 ottobre 2008

Contro gli alti prezzi: risparmi, investimenti e trasparenza

Ecco un articolo apparso su OilTabloid di Eni in cui Paolo Scaroni, amministratore delegato della società, illustra la sua ricetta per il risparmio energetico.

"Eliminare la speculazione dal mondo del petrolio risolverebbe il problema degli alti prezzi? Pur essendo il fenomeno speculativo rilevante, sono altre le cause di fondo della situazione attuale. Gli alti prezzi del petrolio sono la conseguenza di quasi vent’anni di prezzi bassi, che hanno comportato una scarsità di investimenti in esplorazione. Il risultato: una crescita produttiva troppo lenta per tenere il passo con il vertiginoso aumento della domanda, spinto anche dallo sviluppo delle nuove economie asiatiche. La combinazione di questi due fattori ha portato la spare capacity, cioè la riserva di produzione inutilizzata, disponibile per far fronte ad imprevisti blocchi produttivi di origine politica, meteorologica o tecnica, a ridursi rapidamente. Siamo passati da un picco di circa il 15% all’inizio degli anni 80 al 3% di oggi. Una spare capacity del 3% è assimilabile alla produzione di singoli stati quali l’Iraq, la Nigeria o il Venezuela. Disponiamo quindi di una margine di manovra drammaticamente limitato.
Basterebbe questo per spiegare il repentino rincaro del petrolio. A ciò dobbiamo però aggiungere un rapido aumento della speculazione, i cosiddetti barili di carta. Basti pensare che dal 2000 ad oggi il numero medio giornaliero di contratti futures, che impegnano i sottoscrittori a comprare o vendere petrolio a termine, è triplicato.

Ogni giorno passano di mano ben oltre un miliardo di barili di carta a fronte di un consumo fisicodi circa 85 milioni di barili. Che fare dunque per ricondurre il prezzo del barile a livelli più accettabili?
La ricetta deve comprendere azioni volte a riequilibrare il mercato fisico, da un lato, e a regolare il fenomeno speculativo, dall’altro. Nell’immediato, l’unico modo di ricostruire una spare capacity adeguata è ridurre i consumi, adottando comportamenti più razionali. Si pensi che se gli Stati Uniti si dotassero di un parco macchine efficiente quanto quello europeo ridurremmo la domanda mondiale di petrolio di circa 4 milioni di barili al giorno. Solo questo basterebbe per ricondurre la spare capacity ad un più rassicurante 8% del consumo mondiale, allentando le tensioni del mercato.
Anche a casa nostra vi sono ampi spazi di miglioramento. L’Unione Europea ipotizza che aumentando l’efficienza del condizionamento e riscaldamento nel settore civile si ridurrebbero i consumi di energia di circa un milione e mezzo di barili al giorno equivalenti, risparmio che, seppure costituito solo in parte da petrolio, potrebbe comunque dare un contributo alla ripresa della spare capacity.

Passando alle strategie di medio-lungo periodo, possiamo ridurre i consumi di petrolio adottando una politica energetica differenziata, che preveda lo sviluppo del nucleare per la generazione elettrica ed un maggiore utilizzo dell’elettricità per il riscaldamento ed il trasporto. Tale strategia si deve costruire già da oggi, avviando la progettazione e la costruzione di nuove centrali nucleari.
Le azioni per contenere i consumi di petrolio non sono l’unica leva di cui disponiamo per riequilibrare il mercato. Dobbiamo anche agire sul lato dell’offerta, creando le condizioni per favorire maggiori investimenti in esplorazione e produzione.
Si dovrebbero adottare formule contrattuali di lungo periodo che prevedano l’impegno ad acquistare quantità di petrolio predefinite a prezzi fissi. Contratti simili ai “take or pay” del settore gas. Sarebbe un modo per rassicurare i produttori che oggi limitano gli investimenti nel timore di un crollo del prezzo, cancellando inoltre le diffidenze verso i nostri progetti di risparmio energetico.

Dal lato della speculazione, poi, è necessario affrontare il tema aumentando la trasparenza del mercato e riducendo i volumi delle operazioni finanziarie. Sul primo punto servono norme che garantiscano la completa tracciabilità degli scambi, sia nei mercati regolati che al di fuori di essi, e che attribuiscano nuovi poteri agli organi di controllo sul mercato dei derivati. È inoltre importante assicurare una maggiore trasparenza nell’informazione al pubblico, corredando le previsioni diffuse dai grandi investitori con un’informativa sulle posizioni che questi assumono nel mercato dei derivati. Sul secondo punto possiamo intervenire per limitare la possibilità di ricorso al debito nella compravendita di petrolio a termine, alzando la proporzione del valore del contratto che va depositato prima di ogni operazione dall’attuale 7% ad un più razionale 20–25%.

Un piano dagli effetti troppo remoti? La sola notizia di iniziative concertate a livello internazionale contro il caro-greggio avrebbe conseguenze immediate. L’effetto annuncio che spesso gioca a favore degli speculatori potrebbe stavolta giocare contro di loro, invertendo l’attuale tendenza che rischia di mettere in ginocchio l’economia mondiale.Per ricondurre il prezzo del barile a livelli più accettabili servirebbero azioni volte a riequilibrare il mercato fisico, da un lato, e a regolare il fenomeno speculativo, dall’altro."

mercoledì 22 ottobre 2008

CO2: carbone e risparmio economico

La tecnologia che verrà utilizzata a partire dall’anno prossimo per la riduzione dell’emissione di CO2 è una tecnologia sì complessa ma che offre grandi speranze. In particolare l’idea di Eni è quella che in futuro lo stoccaggio di CO2 possa essere fatto in fondo al mare, utilizzando dei pozzi esausti nel mare adriatico o addirittura nella pianura padana.

La prospettiva di Paolo Scaroni, AD di Eni è quella di studiare la modalità per sfruttare il carbone su larga scala – poco costoso e abbondantemente presente sul nostro pianeta - senza emettere nella nostra atmosfera CO2. Secondo Scaroni, in questo modo in futuro l’Eni farebbe pagare meno l’energia elettrica: “Il risultato finale sara' che potremo utilizzare liberamente il carbone per la produzione di elettricita', offrendo un contributo decisivo su tre fronti: all'ambiente, grazie alla segregazione dell'anidride carbonica dall'atmosfera; alla sicurezza dell'approvvigionamento energetico, facendo ricorso ad un combustibile molto diffuso sul nostro pianeta; ed infine al consumatore finale, che beneficera' di energia elettrica a basso costo".

La cattura, trasporto e sequestro della CO2 rappresenta infatti una delle soluzioni più promettenti per raggiungere l’obiettivo di avere energia sufficiente per le necessità dello sviluppo umano a costi contenuti e nel rispetto dell’ambiente.

Eni e l’accordo per la cattura di CO2

Durante l’ultimo summit, appena conclusosi, la commissione ambiente europea ha proposto che le centrali di energia termoelettrica vengano dotate entro il 2015 di sistemi per la cattura di CO2 nel sottosuolo. La proposta, seguendo l’ipotesi che le nuove tecnologie possano limitare le emissioni di CO2 entro il 2100 generando un’influenza positiva sul clima, bandirebbe così la costruzione di centrali termoelettriche con emissioni superiori ai 500g per kilowatt ora.

È in questo scenario che si colloca l’accordo di cooperazione in materia di CCS (Carbon Capture Storage) firmato ieri tra Eni di Paolo Scaroni, Enel e il Ministro Prestigiacomo per la sperimentazione che partirà nell’autunno del 2009. L’Eni di Paolo Scaroni e l’Enel si avvarranno anche di collaborazioni con i principali istituti di ricerca del nostro Paese già attivi sul campo.

All’atto pratico, Enel dovrà occuparsi dell’impianto di cattura e liquefazione di CO2 che avverà a Brindisi, mentre Eni dell’iniezione – previsto fra due anni -di circa 8.000 tonnellate l'anno di CO2 nel giacimento ormai esaurito di Stogit di Cortemaggiore in provincia di Piacenza.

L’accordo tra i due colossi dell’energia si snoda lungo una doppia direttrice: da un parte il via libera alla possibilità della sperimentazione degli studi sull’energia elettrica, dall’altra, l’intesa garantisce la diffusione delle nuove tecniche e la promozione delle fonti rinnovabili.

martedì 21 ottobre 2008

Eni: lotta alla CO2

Risale ai primi mesi dell’anno l’intesa stipulata tra Eni ed Enel, per studiare una soluzione per l’immissione di gas ritenuti responsabili del cambiamento climatico. L’utilizzo delle moderne tecnologie permette infatti di aumentare l’efficienza delle centrali termoelettriche diminuendo l’emissione di prodotti dannosi, ma la questione CO2 rimane ancora aperta.

Dopo il Consiglio Ambiente UE che si è tenuto a Lussemburgo, in cui 8 paesi su 27, tra cui l’Italia, hanno chiesto modifiche sostanziali al pacchetto clima prima di approvarlo, oggi Eni ed Enel porteranno avanti l’intesa di febbraio firmando, insieme al Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Stefania Prestigiacomo un accordo strategico per lo sviluppo delle tecnologie di cattura, trasporto e stoccaggio dell'anidride carbonica (CO2) e per la realizzazione congiunta del primo progetto italiano nel campo.

lunedì 20 ottobre 2008

Eni: nuova infrastruttura per il gas in Indonesia

Il ministro dell'Energia e delle Risorse minerarie dell'Indonesia, Purnomo Yusgiantoro, ha dichiarato che ora l’Eni di Paolo Scaroni realizzerà un impianto galleggiante nel mare dell’isola di Sulawesi per processare il gas naturale, che verrà prodotto dal blocco di Ambalat. Le richieste dell’Eni riguardano le garanzie di sicurezze al blocco, poiché esso è vicino a quello di East Ambalat, conteso da Indonesia e Malesia. In Indonesia, Eni è già presente da diversi anni: è infatti operatore con permessi esplorativi per lo sfruttamento di alcuni Blocchi.

Paolo Scaroni parla del rapporto tra Eni e il Qatar

Paolo Scaroni: duplice valore dell’accordo tra Eni e il Qatar

Il valore strategico della firma del Memorandum of Understanding firmato con la Qatar Petroleum International risiede nel condurre attività parallele: da una parte, la ricerca di potenzialità al di fuori del paese nell’esplorazione e nella produzione di idrocarburi congiuntamente alla società qatarina, e, dall’altra, la costruzione di un nuovo rapporto con le autorità locali per competere per alcuni blocchi presenti nell’emirato medio orientale. È un accordo che interessa quindi le due divisioni Eni: I&P (ricerca e produzione di idrocarburi) e G&P (produzione e vendita di gas naturale ed energia elettrica).

La firma dell’accordo è in linea con la strategia Eni di rientrare in Qatar da cui era uscita nel 2002 dopo quasi 30 anni.


Visualizza il video dell'intervista a Paolo Scaroni

giovedì 16 ottobre 2008

DISTRIGAZ: VIA LIBERA DALLA UE

È stato dichiarato ieri il nulla osta per l’acquisizione da parte di Eni di Distrigaz, società belga.

L’UE ha infatti affermato che tale acquisizione non porterebbe problemi in termini di concorrenza, poiché nello stato francese continuerebbe ad operare la Gaz de France, il maggior fornitore di gas mentre negli altri mercati dove hanno attività che si sovrappongono la quota delle parti rimarrà comunque limitata.

L’acquisizione di Distrigaz, come aveva affermato a maggio di questo anno Paolo Scaroni, AD di Eni, rafforza la leadership di ENI quale primo operatore europeo nella fornitura di gas. Inoltre secondo le sue parole: “siamo molto forti nello stoccaggio di cui ha bisogno il Belgio e Distrigaz può quindi utilizzare le nostre tecnologie”.

Stazione multienergy a Mantova - Intervista a Paolo Scaroni

Rispetto dell’ambiente e nuove tecnologie come linee guida della strategia di Eni ha trovato un’esplicitazione concreta nella realizzazione della Stazione Multienergy costruita in Lombardia, una regione in cui il rispetto per l’ambiente rappresenta ormai un’emergenza. La stazione di Mantova, inaugurata nel settembre 2007 e realizzata all’interno del progetto europeo Zero Regio, rappresenta infatti un risultato all’avanguardia per lo sviluppo delle energie rinnovabili. In essa viene infatti prodotta in toto l’energia elettrica necessaria al proprio funzionamento, così come accadde già nel 2006 nella stazione di Colle Salvetti in Toscana. Viene inoltre venduto metano, il prodotto più vicino all’ambiente. Infine, viene prodotto e venduto idrogeno, che pur senza promettere per il momento grossi volumi, rappresenta secondo le parole dell’AD Paolo Scaroni un primo “incoraggiamento verso la direzione giusta” per il prossimo futuro

Visualizza l'intervista di Paolo Scaroni in occasione della presentazione della stazione multienergy di Mantova

mercoledì 15 ottobre 2008

In 80 anni petrolio esaurito

È quanto stimato e affermato dall’AD dell’eni, secondo cui esistono sul pianeta riserve di petrolio pari a soli 6 miliardi di barili, ovvero la quantità necessaria al soddisfacimento del nostro fabbisogno energetico per 80 anni. Fra meno di un secolo, i nostri nipoti vivranno in un mondo senza petrolio. Paolo Scaroni si augura così la realizzazione di un programma sovranazionale, che entro i prossimi 15 anni possa garantire la costruzione su vasta scala di impianti di produzione di energia nucleare. Favorevole al nucleare è anche l’economista Rifkin, presidente del FOET, il quale sostiene come si è ormai in procinto di una terza rivoluzione industriale che vedrà l’uomo impegnato ad utilizzare forme di energie altre rispetto al petrolio.

Venezuela. Intervista a Paolo Scaroni

A febbraio 2008, si è finalmente conclusa la disputa con la repubblica Bolivariana del Venezuela per la regione del Dacion. Dopo lunghe trattative e momenti di fermo, Eni è finalmente entrata nella fascia dell’Orinoco. Qualche settimana prima, a Vienna insieme al ministro del petrolio Ramirez, era stato finalmente siglato un accordo, che stabiliva come Eni sarebbe entrata in quel territorio subito dopo aver firmato l’intesa sul Dacion. La regione in questione viene definita da Paolo Scaroni, AD di Eni, come molto promettente poiché ricca di petrolio relativamente meno pesante rispetto al resto della fascia, tanto che la produzione viene calcolata in 30mila barili già nel 2010 per arrivare ad una produzione di 300000 già in 4 anni. Dal punto di vista tecnologico, Eni insieme alla PDVSA, socia al 60%, dedicherà i prossimi mesi allo studio della tecnologia italiana, la EST, che permette di convertire gli oli pesanti in prodotti leggeri di elevata qualità, e al confronto della stessa con quella Venezuelana per affrontare l’upgrade degli oli pesanti, con la certezza da parte dell’AD ENI che sarà proprio quella italiana a rivelarsi migliore.


Visualizza il video di Paolo Scaroni, amministratore delegato ENI

Eni scopre nuovo giacimento petrolifero in Angola

Scoperto un ricco giacimento di petrolio in Angola, paese in cui Eni è già attivo dal 1980 e che è ritenuto dalla società di Paolo Scaroni una delle aree strategiche per lo sviluppo e l’incremento della produzione sia di gas che di petrolio.
Eni ha dichiarato di aver rilevato tramite una perforazione superiore a 3 km nelle acque profonde un nuovo giacimento, con una portata d’olio superiore alle stime. Il giacimento è quello del pozzo esplorativo denominato Ngoma-1, considerato da Eni ad alto potenziale. Seguiranno naturalmente altre esplorazioni presso siti adiacenti con l’intento di ottimizzare le attività di quel pozzo.

martedì 14 ottobre 2008

CRISI BANCHE: SCARONI, PIANI NELLA GIUSTA DIREZIONE

"A dire la verita' io ero ottimista anche prima, lo sono ancora di piu' dopo questi provvedimenti". E' quanto ha dichiarato l'ad di Eni, Paolo Scaroni, a margine di un convegno all'Aspen Institute, commentando gli interventi dei governi europei per fronteggiare la crisi sui mercati internazionali. "Non ho mai pensato che andassimo verso la fine del mondo e lo penso ancor meno oggi - ha aggiunto il top manager -. Credo piuttosto che ci stiamo muovendo nella giusta direzione, il che non vuol dire che tutti i problemi sono superati perche' problemi ce ne sono sempre ma non mi aspetto, ora piu' che mai, catastrofi".

Fonte AGI

Memorandum di intesa tra Eni e la Russia

A fine settembre l’AD Paolo Scarioni ha firmatoun’intesa con il governatore russo della regione autonoma dello Yamalo-Nenets con lo scopo di realizzare progetti speciali sociali e culturali tra cui la promozione di iniziative volte alla formazione di personale qualificato nel settore oil&gas e la realizzazione di progetti culturali, sportivi e di beneficenza dedicati allo sviluppo della regione.
Continua così l’applicazione del modello matteiano di cooperazione, messo in atto in Congo nei primi mesi di quest’anno, un modello che vede lo sviluppo delle risorse energetiche all’interno di un’attività continua per lo sviluppo economico e sociale delle comunità locali. Tale modello ha contribuito a rendere Eni la prima azienda oil&gas nel mondo in termini di sostenibilità come attestato dal Dow Jones Sustainability World Index.
L’accordo appena siglato ha l’obiettivo di definire relazioni stabili tra la regione della Federazione Russa – in cui Eni è presente dal 2007-, che ha il più alto tasso di produzione di gas al mondo, e la società energetica in modo da garantire lo sviluppo parallelo di attività economiche e socio-culturali.

Conferenza stampa Eni intervento di Paolo Scaroni, AD

A giugno 2008, il Tesoro ha confermato Paolo Scaroni quale AD di Eni, prorogando la nomina per altri 3 anni. La prospettiva di Scaroni è molto positiva soprattutto a fornte delle numerevoli azioni che sono state intraprese in tutto il mondo (in Venezuela, in Congo, per esempio), che fanno presumere effetti positivi dal 2009 in poi. Negli ultimi tre anni il titolo Eni è infatti cresciuto rispetto a quelli dello stesso settore. Secondo le parole dell’AD, ciò che è stato fondamentale è stata la professionalità dell’azienda stessa, lo strumento fondamentale per la crescita nei mercati mondiali.

Visualizza l'intervento di Paolo Scaroni

lunedì 13 ottobre 2008

Dialogo fra Paolo Scaroni e Alan J. Heeger sull’ importanza dell’ innovazione e della ricerca

Paolo Scaroni: L’energia gioca un ruolo sempre più centrale nello sviluppo dell’economia mondiale, e tutto lascia pensare che sarà così per molti decenni a venire. La sfi da che ci pone il nuovo millennio è quella di produrre tutta l’energia che serve per lo sviluppo del nostro pianeta rispettando l’imperativo di preservare il delicato equilibrio ambientale. Per rispondere a questa sfi da, industria e mondo scientifi co devono unire gli sforzi per cercare nuove strade. Da questa fi losofi a nasce Eni Award, che continua il percorso iniziato con il premio Eni Italgas che lei, Professor Heeger, ha vinto nel 2006 per la sua ricerca sulle celle solari a polimeri.

Alan J. Heeger
: Aver ricevuto il premio è stato fonte di grande orgoglio, come anche per i tanti colleghi che negli anni sono stati insigniti del riconoscimento. Come sa ho avuto anche l’onore di ricevere ilpremio Nobel. Il riconoscimento premiava 30 anni di lavoro, e mi ha ovviamente fatto molto felice, ma è stato altrettanto meraviglioso ricevere un premio per le ricerche che ho compiuto in anni più recenti.

Paolo Scaroni
: Le sue parole non possono che farmi piacere. Eni Award è nato proprio per incentivare e diffondere le ricerche che in tutto il mondo vengono compiute su temi così delicati e centrali come quelli dell’energia e dell’ambiente.

Alan J. Heeger : Sicuramente il premio raggiunge questi obiettivi. Nel mio caso ad esempio è stato un autorevole riconoscimento dell’importanza del fotovoltaico, dando rilievo all’opportunità che le celle solari a polimeri rappresentano nel campo delle fonti energetiche alternative. Mi auguro che sia un incentivo per i miei colleghi in tutto il mondo a contribuire alla nostra ricerca. La collaborazione potrà essere una valore aggiunto del premio che ci potrebbe aiutare a risolvere i problemi a cui non abbiamo ancora trovato risposta.

Paolo Scaroni
: L’utilizzo dell’energia solare è una delle fonti alternative più promettenti, sebbene i tradizionali pannelli a silicio non siano certo una tecnologia risolutiva. Eni ha individuato proprio nel solare una delle fonti rinnovabili di energia su cui concentrare gli sforzi di ricerca nell’area che abbiamo ribattezzato Along with Petroleum. Per ottimizzare questo impegno, abbiamo dedicato a queste attività una specifica istituzione: il Centro di Ricerca Donegani di Novara che è stato rinominato “Centro di ricerca per le Energie non Convenzionali”. L’innovazione tecnologica, sia nelle fonti energetiche tradizionali che costituiscono il nostro core business, sia in quelle alternative e non convenzionali, è una leva sempre più importante per creare valore per i nostri azionisti.

Alan J. Heeger : Le tecnologie prima crescono lentamente, e poi prendono il volo. Io credo che con il fotovoltaico siamo proprio a questo punto e che stia diventando qualcosa di realmente importante. Una delle barriere è rappresentata dai costi elevati. Per cui, se riusciamo ad abbattere i costi con l’utilizzo di celle solari polimeriche, si può presagire un ampio sviluppo della tecnologia fotovoltaica.

Paolo Scaroni : In attesa che sulle fonti energetiche alternative si sviluppino soluzioni davvero innovative, abbiamo avviato attività che puntano ad integrare fonti fossili e rinnovabili per soddisfare il bisogno di energia mondiale con il minimo impatto ambientale.

Alan J. Heeger : La reputo una saggia politica. Certo continueremo a usare il petrolio come fonte di energia per molti anni a venire. Quello che speriamo è che l’energia solare abbia un ruolo sempre più importante. Con la crescita dell’energia fornita dal fotovoltaico, potremo destinare il petrolio ad un utilizzo nel campo della chimica, per costruire nuovi materiali plastici, per creare prodotti
farmaceutici. Questi prodotti, derivati del petrolio, sono estremamente importanti per la nostra società, per cui ci sono molte ottime ragioni per non bruciare questa materia prima così versatile. Abbiamo bisogno di sviluppare le nuove fonti energetiche soprattutto perché il fabbisogno energetico dell’umanità è in costante crescita. Tuttavia ritengo importante imparare a risparmiare, dovremmo essere tutti più attenti, più frugali nell’uso dell’energia.

Paolo Scaroni
: Infatti. Se pensassimo al risparmio energetico come ad una fonte di energia alternativa, sarebbe la più potente che abbiamo a disposizione. Modifi cando anche solo di poco i nostri comportamenti - ad esempio scegliendo veicoli più effi cienti, abbassando il riscaldamento in inverno e l’aria condizionata in estate e in generale facendo scelte più ragionate nell’uso dell’energia - potremmo risparmiare quantitativi enormi di idrocarburi, con grande benefi cio per l’ambiente.

Intervista a Paolo Scaroni, amministratore delegato Eni

Modello matteiano di cooperazione in Congo per la concessione delle sabbie bituminose

Accordo raggiunto a maggio di quest’anno tra il governo del Congo e l’Eni di Paolo Scaroni. Verrà applicato un nuovo modello di cooperazione, che prevede oltre alle tradizionali attività di Eni (ricerca e sfruttamento di idrocarburi convenzionali, anche altre 4 aree di intervento. La prima e la più importante è lo sfruttamento di un giacimento di idrocarburi non convenzionali che si va ad aggiungere a quello del Canada e del Venezuela. La seconda è la possibilità di messa in valore delle riserve di gas di Marina12 per la produzione di energia, per coprire l’80% del fabbisogno elettrico del Congo. La terza attività riguarda la messa in atto del progetto per i biocarburanti destinati all’alimentazione, i cui residui verranno trasformati in biodiesel. L’ultima sarà quella messa in atto da Eni Foundation, dedicata alla vaccinazione di massa dei bambini in Congo.

Intervista video a Paolo Scaroni

venerdì 10 ottobre 2008

Un’altra acquisizione da parte di Eni a settembre 2008

Continua le operazioni di acquisizione da parte di Eni di società energetiche. Dopo Burren Energy, britannica, è ora la volta della First Calgary Petroleums. È questa un’acquisizione che mette fine alle ricerche della società canadese che nonostante avesse numerose attività in Algeria ha visto il proprio valore crollare dopo un accordo con la Repsol spagnola. Un crollo che ha quindi portato la canadese a cercare nuovi fondi per le operazioni in Algeria, dove non a caso Eni ha già in essere una partnership con Sonatrach, la compagnia di stato per il gas e il petrolio.
Secondo l’AD Paolo Scaroni, l’acquisizione è in linea con la strategia della società di aumentare la sua presenza in paesi considerati centrali per il proprio business, acquisendo attività ad alto potenziale.

Paolo Scaroni presenta il progetto Eni 30percento

Eni 30percento per la sostenibilità ambientale: Consumare meglio, guadagnarci tutti.

Bastano 24 comportamenti, semplici, a costo zero o facilmente recuperabili perché una famiglia media composta da 4 persone risparmi 1600 euro l’anno, comportamenti che possono essere messi in atto senza alcun tipo di stravolgimento nelle proprie abitudini quotidiane. Nello specifico, 14 sono iniziative a costo zero, come per esempio non lasciare gli elettrodomestici in stand-by o utilizzare la lavastoviglie solo a pieno carico, le rimanenti hanno un costo sopportabile a veloce recupero come sostituire lo scaldabagno elettrico con uno a gas. Nel complesso, le prime portano un risparmio pari a 720 € l’anno a famiglia, le seconde a più di 800 €.

Da qui lo slogan di Paolo Scaroni alla presentazione del progetto: fatti la quattordicesima da te.

Visualizza il video di Paolo Scaroni intervistato

giovedì 9 ottobre 2008

Paolo Scaroni fiducioso sull’oleodotto in Kashagan

Prosegue l’attività dell’Eni in Kazakhistan

In accordo con quanto sostenuto a luglio di quest’anno, lo sviluppo dell’oleodotto in Kashagan prosegue.

La produzione di Eni nella zona del Kashagan in Kazakhistan inizierà infatti nel 2012, insieme ad alcuni importanti partner che si suddivideranno i compiti.

Eni ha già sul territorio il 66% percento di tutte le infrastrutture necessarie: rimane quindi fiducioso l’AD Paolo Scaroni sull’inizio della produzione, tanto

che si è rivelato sorpreso dalla notizia che alcuni media hanno riportato secondo cui la produzione potrebbe essere spostata al 2014

A suffragare quanto espresso le previsioni della società sostengono che la produzione si attesterà intorno ai 150,000 bpd nel 2012 e che arriverà ai 450,000 bpd dopo l’installazione di un addizionale compressore a re-iniezione nel 2015.

Balzo in avanti del titolo Eni

Al Tg3 di ieri, 8 ottobre, Paolo scaroni AD dell’Eni ha sostenuto che il prezzo del petrolio “è sceso precipitosamente negli ultimi due mesi e mezzo e io credo che potra’ scendere ancora perche’ tutti gli elementi fondamentali del mercato ci dicono che la domanda sta scendendo e che l’offerta continua ad aumentare”. E controcorrente rispetto a questo dato e ai timori per la flessione globale della domanda, il titolo dell’Eni sale.

Stupiscono infatti le performance del titolo in una situazione di mercato mondiale che vede una continua e netta perdita di tutte le borse, da Piazza Affari a Wall Street passando per quella di Tokio. E proprio oggi il titolo dell’Eni balza in avanti segnando quasi il 4%, mentre la sua controllata Saipem migliora addirittura del 5,41%.

Paolo Scaroni al Meeting Comunione e Liberazione di fine agosto

Dall’anedotto su Enrico Mattei, precursore dell’utilizzo del gas quale energia fino al confronto con gli altri paesi europei. Questo il contenuto dell’intervento di Paolo Scaroni al Meeting Comunione e Liberazione di fine agosto, in cui ha parlato anche di riforme costituzionali e di tasse fiscali.

Il nostro paese, in cui è nato l’uso diffuso del gas, secondo l’AD dell’Eni dovrebbe infatti applicare una riforma al titolo 5 della Costituzione che tolga la responsabilità delle reti e dei rivestimenti delle infrastrutture alle amministrazioni locali . Potrebbe essere altresì opportuno far riferimento all’art.120 che consente al governo centrale di avocare a sé i poteri quando una decisione impedisce di applicare una norma comunitaria, all’interno del cui quadro rientra la costruzione dei rigassificatori. Le attuali resistenze locali si fondano infatti sulla concezione dei rigassificatori come altamente inquinanti e pericolosi. Se così fosse, però, non è chiaro come siano in funzione 24 rigassificatori da oltre 30 anni in Giappone, un paese ad alto rischio sismico come dimostrano i numerosi episodi degli ultimi decenni.

Inoltre, dati alla mano, il gas in Italia costa meno rispetto agli altri paesi europei: gli italiani pagano infatti più di 650 € per 1000 metricubo, un costo su cui grava una componente fiscale del 40%. Ciò significa che il costo del gas è in realtà pari a 373 €, mentre negli altri paesi europei lo stesso si attesta su un costo superiore ai 400 €.

Video di Paolo Scaroni al Meeting di Rimini

mercoledì 8 ottobre 2008

ENI: SCARONI, IN PAPUA NUOVA GUINEA PER MERCATO GAS

Nel corso di una conferenza stampa Paolo Scaroni motiva cosi' la scelta del gruppo di entrare nel mercato della Papua Nuova Guinea "... e' un paese molto promettente in termini di idrocarburi. C'e' molto gas che non viene utilizzato e che va esportato''.

Leggi la news completa su www.asca.it

Paolo Scaroni dichiara: "La nostra crescita internazionale non e' condizionata dalla crisi sui mercati finanziari"

Durante la presentazione dell'accordo tra Eni e lo Stato di Papua Nuova Guinea, Paolo Scaroni ha dichiarato: "La nostra crescita internazionale non e' condizionata dalla crisi sui mercati finanziari. questi fenomeni momentanei - ha spiegato Scaroni - i nostri programmi continuiamo a portarli avanti guardando con ottimismo al futuro"

Intervista a Paolo Scaroni, amministratore delegato Eni, al WEC

Ecco una breve sintesi dell'intervista di Paolo Scaroni al WEC

I problemi della sicurezza dell’approvigionamento energetico, associato al livello dei prezzi del greggio, richiedono interventi mirati e concreti per superare la crisi energetica in cui ci troviamo.

Sono temi che ormai riguardano tutti, non solo gli operatori del settore, ma anche gli ambienti politici, economici e tutti quei gruppi che hanno a cuore il futuro della nostra economia.

Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’ENI, in occasione del Congresso Mondiale dell’Energia tenutosi a Roma a novembre del 2007, ha sostenuto che è necessario intervenire in un’ottica temporale di 10/15 anni per assicurare a tutti gli europei l’approvigionamento energetico. Secondo l’AD, 1° operatore del gas in Europa, i rischi esistono, ma Eni può proporre una serie di interventi e ricette per affrontarli e superarli. Primo fra tutti, naturalmente, è il risparmio energetico, “la modalità più sicura e pulita per affrontare il problema dell’approvigionamento energetico favorendo al contempo il consumatore”.

Guarda il video di Paolo Scaroni al WEC

lunedì 6 ottobre 2008

SCARONI OTTIMISTA: ENI È UN’AZIENDA SOLIDA, NON CAMBIA STRATEGIA

Eni, nonostante la crisi internazionale, «non cambia la sua strategia». Parola dell'amministratore delegato, Paolo Scaroni , che si dice «ottimista» sui possibili sviluppi, anche alla luce della decisione del Congresso Usa di dare il via libera al piano Paulson.
“«Non abbiamo cambiato la strategia di Eni, noi per fortuna siamo seduti su un'azienda molto solida», assicura Scaroni, a margine del convegno dei Giovani di Confindustria, a Capri.”
Leggi l’articolo su “Il Messaggero.it” (04/10/2008): Scaroni ottimista: Eni non cambia strategia

Eni: accordo per progetti sociali e culturali in Russia

Il governatore della regione autonoma dello Yamalo-Nenets (Federazione Russa), Yury Neyolov, e l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, hanno firmato oggi un memorandum d'intesa che pone le basi per l'elaborazione e la realizzazione di progetti sociali e culturali nella regione.
“Eni e le autorita' regionali dello Yamalo-Nenets si impegnano, tra le altre cose, a promuovere iniziative congiunte nel campo della formazione del personale qualificato nel settore oil & gas, a contribuire allo sviluppo di iniziative di beneficenza e sponsorizzazione e a collaborare nella realizzazione di iniziative culturali e sportive da svolgersi nelle province della regione autonoma dello Yamalo-Nenets.

Attraverso questo accordo, le organizzazioni regionali dello Yamalo-Nenets, regione autonoma della Federazione Russa che vanta il piu' alto tasso di produzione di gas al mondo, potranno stabilire relazioni stabili e durature con le strutture Eni che operano sul territorio e intraprendere future iniziative di collaborazione nell'ambito sociale oltre che economico.”

Leggi l’articolo su “Asca” (30/09/2008): ENI: ACCORDO IN RUSSIA PER PROGETTI SOCIALI E CULTURALI