La crisi economica e finanziaria sta mettendo a dura prova le aziende italiane, con le borse che già in apertura segnano spesso indici negativi, anche se stamani il Mibtel ha aperto con un rialzo di più 3,5% a dispetto delle borse Europee.
Anche Eni sta vivendo un momento borsistico altalenante, soprattutto a causa dei titoli legati al mercato petrolifero che soffrono in seguito alla riduzione delle stime sul prezzo del greggio. L’Eni di Paolo Scaroni rimane comunque un ‘Buy’, cioè da comprare, secondo gli esperti sia di Banca Akros sia di Deutsche Bank. I guadagni di Eni hanno infatti beneficiato della politica di acquisizione del gruppo. Il colosso italiano è inoltre avvantaggiato della debolezza dell’euro e dall’avvio, previsto nel 2010 di nuovi impanti legati all’acquisto della First Calgary Petroleum.
Come più volte dichiarato anche da Paolo Scaroni, il gruppo manterrà i propri investimenti qualora il prezzo del petrolio oscilli tra gli 80 e i 100 dollari al barile.
Eni sta inoltre beneficiando del trend positivo dell’ultimo anno che a fine luglio ha fatto registrare un incremento del più 39%, con un utile netto di 6,76 miliardi di euro. L’Ad di Eni aveva così commentato il risultato “In questo primo semestre Eni raggiunge risultati record grazie al tasso di crescita della produzione più elevato del settore e all'aumento dei prezzi del petrolio", aggiungendo: “Continuiamo a creare valore e a crescere con accordi strategici nell'exploration & production e con l'acquisizione di Distrigaz nel gas & power".
martedì 28 ottobre 2008
Le aziende italiane e la crisi finanziaria
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