Pace fatta fra gli Stati Uniti e l'Eni, all'indomani della proclamazione di una "fase di dialogo costruttivo" da parte dell'ambasciatore americano a Roma, David Thorne.
Il numero uno del Case a sei zampe, Paolo Scaroni, dalle pagine de La Stampa risistema i rapporti diplomatici, dopo il polverone sollevato dai rapporti WikiLeaks, sottolineando che fra la società petrolifera italiana e gli Stati uniti c'è sempre stato un "rapporto di trasparenza, non di sudditanza, che alla fine si è dimostrato vincente".
Quanto ai temi delicati, quali l'Iran e la Russia, Paolo Scaroni sottolinea che le idee sono state "diverse non divergenti". In fondo, l'Eni è presente nei due Paesi da decenni e nel caso dell'Iran c'erano contratti che andavano rispettati.
In merito al progetto South Stream, Paolo Scaroni assicura che si tratta di una buona scelta commerciale e che nulla ha da temere il progetto Nabucco, che si propone di trasportare gas non russo. La convergenza? Un tema preso in considerazione e poi abbandonato a causa della lentezza dell'avanzamento del progetto Nabucco.
(Teleborsa)
martedì 11 gennaio 2011
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