Alcuni impianti in Libia sono "sotto il controllo di nessuno". Cosi' l'a.d. di Eni Paolo Scaroni sottolinea al Financial Times alcune problematiche legate alla crisi libica. Nel paese scosso dalla guerra, l'Eni continua a collaborare con la National Oil Company per produrre greggio e gas. "E' per il popolo libico - sottolinea il numero uno del colosso italiano, Paolo Scaroni - penso che se possiamo produrre gas per il mercato domestico questo e' positivo". Tuttavia, aggiunge, "se la comunita' internazionale ci dicesse di non produrre in Libia noi fermeremmo le operazioni".
L'Eni produce oggi circa 100.000 barili al giorno di petrolio equivalente, precisa Scaroni, contro i 270.000 estratti prima della rivolta. Oltre la meta' della produzione del giacimento di Wafa, nella deserto a sud di Tripoli, e' data da gas che va a rifornire le stazioni di servizio. Alla domanda se l'impianto sia sotto il controllo delle forze del regime o dei rivoltosi, Paolo Scaroni precisa che si trova in una zona molto desertica, appunto, "sotto il controllo di nessuno".
(MF-DJ)
mercoledì 9 marzo 2011
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