Nonostante la caduta delle borse, si riaccende l’interesse per il greggio e soprattutto per le decisioni ancora in sospeso di Bagdad sull’assegnazione delle
concessioni per l’estrazione sul proprio territorio. Attualmente, l’Iraq possiede una capacità petrolifera pari a 115 miliardi di barili di riserve verificate, e ricopre quindi un ruolo importante per l’economia futura delle imprese petrolifere. Paolo Scaroni è attento alla situazione e alle decisioni irachene già da qualche mese, quando annunciò l’interesse di Eni, di cui è amministratore
delegato di intervenire in Iraq. Secondo Paolo Scaroni, l’Iraq “rappresenta la nuova frontiera, la nuova mecca del petrolio”, un paese ricco di greggio che a causa di una serie di vicissitudini politiche e di sicurezza è rimasto ai margini degli interessi petroliferi negli ultimi anni.
Paolo Scaroni è quindi in attesa delle decisioni del governo iracheno. Ha infatti già consegnato poche settimane fa la proposta di Eni per lo sfruttamento dei giacimenti vicini a Nassirya, dimostrandosi sempre fiducioso soprattutto perché Eni ha già collaborato insieme al governo iracheno per analisi e valutazioni sul campo.
mercoledì 15 aprile 2009
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