L’argomento è per Paolo Scaroni uno dei più importanti: la richiesta dell’Autorità per l’energia di rivedere i tetti antitrust alle quote di mercato. Secondo Scaroni, amministratore delegato di Eni, l’Italia è il mercato dell’unione europea con più operatori nel settore gas ma con una capacità di importazione tra le più basse. Inoltre, ha dichiarato come le quote di mercato non siano “uno yo yo, se l'Eni deve scendere in Italia deve aumentare altrove e non è che si torni indietro facilmente”: di conseguenza, se l’Eni dovesse diminuire le proprie quote in Italia dovrebbe aumentarle altrove. Per la questione prezzi, i prezzi di Eni secondo Scaroni rimangono in linea con quelli dell’Unione europea.
Il prolungamento dei tetti anitrust appare a Paolo Scaroni come una misura oltre che anacronistica anche punitiva: “Devono decidere se vogliono l'Eni oppure no”, ha sostenuto, “avere in casa il più grande operatore del gas europeo,
è un bene, non è un male. Non ho capito perché dobbiamo togliere le tende”. Il paragone va immediatamente a Francia, Germania e Polonia che non presentano alcun tetto antitrust pur avendo degli operatori del settore dominanti, che detengono una quota superiore a quella che detiene Eni in Italia. Mentre la società di Paolo Scaroni detiene il 64% delle quote di mercato, in Francia l’operatore storico detiene l’89% mentre in Germania l’84%.
lunedì 6 aprile 2009
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