È ancora in corso l’inchiesta della Unione Europea per stabilire se si è verificato un abuso di posizione dominante. Nel 2006 sono iniziate delle ispezioni lanciate proprio da Bruxelles nei confronti dei maggiori gruppi energetici europei. Un anno dopo, una volta avviate le indagini vere e proprie, anche l’Eni di Paolo Scaroni è entrata nel mirino.
Il sospetto riguardava la gestione di tre gasdotti, tra cui il Tag, per l’89% di proprietà proprio dell’Eni di Paolo Scaroni, che trasporta il metano russo passando per l’Ucraina, la Slovacchia e l’Austria. Ieri il ministro Ronchi ha dichiarato dopo un incontro a Bruxelles con Neelie Kroes di essere più ottimista sulle condizioni per arrivare a un accordo in merito al Tag.
Il Tag risulta essere però il gasdotto di più difficile gestione: Paolo Scaroni infatti ha infatti le mani legate di fronte alla richiesta di cessione avanzata da Bruxelles, poiché è proprio attraverso il Tag che passa il 30% del gas attualmente importato dall'Italia. Di conseguenza, deve essere affrontato non solo un problema di concorrenza ma anche di approvvigionamenti nazionali, una questione in cui Paolo Scaroni non può decidere da solo.
giovedì 5 febbraio 2009
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